In Umbria ammessi i mezzi a motore nei sentieri montani: insorgono Cai, Legambiente e Fie

Le montagne e le colline umbre diventano libere di essere vissute, ovviamente nel rispetto dell’ambiente e delle normative vigenti. Finalmente verranno meno le incertezze che hanno portato a ingiuste sanzioni nei confronti di cacciatori, cercatori di funghi e appassionati di motocross”.

Ad esprimere soddisfazione per il voto durante la seduta del Consiglio regionale, che ha dato il via libera all’ultimo bilancio di questa legislatura, è il consigliere della Lega Manuela Puletti, firmataria dell’emendamento approvato che, sottolinea, cambierà le regole del vivere la natura”.

“Attraverso questo emendamento – spiega Puletti – sarà possibile transitare con qualsiasi veicolo a motore nei sentieri, nelle mulattiere, nei viali parafuoco dove non siano già poste tabelle di divieto. Questo atto, fortemente voluto dalla Lega e sostenuto dall’intero centrodestra, pone quindi fine ad una normativa che si prestava finora a diverse interpretazioni e che limitava fortemente le potenzialità delle nostre montagne e colline”.

In base a questo emendamento, in assenza di specifico divieto segnalato da apposita cartellonistica, tutti i mezzi a motore potranno liberamente circolare in montagna e collina.

NETTA CONTRARIETA’ DEL CAI – Il Cai Umbria, sostenuto dal Cai nazionale, ha subito espresso ferma contrarietà a questo emendamento. “Come prima associazione che in Italia si occupa della tutela della montagna e della manutenzione dei sentieri, siamo basiti da una decisione di cui non capiamo il senso e l’utilità. Auspichiamo una retromarcia immediata da una scelta che ci appare anche una mancanza di rispetto ai volontari Cai di tutta Italia che dedicano il loro tempo alla cura di questo bene comune“, afferma il presidente generale del Cai Antonio Montani. “Siamo pronti a sostenere concretamente il nostro Gruppo regionale in ogni azione che riterrà opportuna per confutare questa legge che allontanerà dai territori montani persone e turisti interessati a una frequentazione lenta e sostenibile“.

Il Cai spiega che il transito sarebbe vietato solo in presenza di specifici cartelli, il cui costo unitario è di 75 euro.

L’installazione comporterebbe dunque un altissimo esborso di fondi pubblici. Basti pensare che solo la rete sentieristica tracciata e gestita dalle nostre Sezioni conta 444 tracciati, per un totale di oltre 3600 km. A esse si devono aggiungere altre migliaia di km dei tracciati montani di servizio – sostiene il presidente del Cai Umbria Gian Luca AngeliSenza parlare del rischio di colpire duramente e impoverire il grande patrimonio naturalistico, storico e ambientale dei territori montani della nostra regione, che costituisce un grande valore aggiunto sotto l’aspetto turistico“, conclude il Cai che ha chiesto un incontro urgente con la presidente della Regione, Donatella Tesei.

LEGAMBIENTE: “ASSURDO DIPREZZO DEL PATRIMONIO NATURALE E BOSCHIVO” – “Il governo regionale mentre si adopera per costruire altre strade e superstrade in ogni angolo della regione, ripescando progetti di oltre venti anni fa, fatti da giunte del colore opposto, adesso si vanta perfino di voler permettere che qualunque mezzo a motore possa transitare su sentieri e mulattiere del nostro patrimonio boschivo e forestale, mettendo a rischio ovviamente il turismo lento, sé stessi e le altre attività fatte in quei contesti e portando il traffico perfino sulle sterrate della nostra regione – così commenta Maurizio Zara, presidente di Legambiente Umbria.

Tutti questi sentieri attraversano luoghi di grande valore naturalistico, storico e agricolo, per i quali l’Umbria è conosciuta in tutto il mondo. E soprattutto sono percorsi da un numero sempre maggiore di cicloturisti, escursionisti e appassionati di natura, che scelgono la nostra regione come meta per le sue bellezze paesaggistiche e naturalistiche e non certo per vedersi sfrecciare una specie di fiera motoristica in mezzo ai boschi”, conclude l’associazione ambientalista che annuncia battaglia “contro questa ennesima assurda aggressione al patrimonio naturale dell’Umbria che per strizzare l’occhiolino a qualche categoria di cittadini, mette irresponsabilmente a rischio la nascente e sempre più diffusa economia del turismo lento e anche l’incolumità delle persone.”

FIE: “PROPOSTA SCELLERATA” – Anche FIE Umbria si dice contraria all’emendamento che consentirà la circolazione dei veicoli a motore sui sentieri, chiedendo anch’essa un incontro con la Regione Umbria

Conoscendo le dinamiche naturalistiche della montagna e delle aree boschive che frequentiamo – ha detto Stefano Paggetti, presidente del Comitato Regionale Umbro – riteniamo che sia stata avanzata una proposta scellerata e priva di raziocinio. Siamo convinti che il passaggio di mezzi a motore – specie in alcune aree particolari come zone SIC (Siti Interesse Comunitario) – causino un processo di modificazione ambientale che, nel tempo, andrà a gravare sull’equilibrio naturalistico, danneggiando non solo l’ambiente in sé, ma anche la biodiversità che lo caratterizza.

“Non sono rari i casi in cui i single-track, al di fuori dalle sterrate carrabili, tracciati che interessano anche la nostra sentieristica regionale, con il passaggio di moto si siano trasformati in veri e propri canaloni entro cui si convoglia e concentra acqua piovana, causando situazioni di potenziale pericolo idrogeologico. Al tempo stesso, per agevolare il passaggio di mezzi sui suddetti tracciati, si interviene tagliando vegetazione, che rimane però abbandonata lungo il sentiero, diventando un vero e proprio innesco per gli incendi – interviene Giuseppe Grifoni, Commissario Sentieri del Comitato Regionale Umbro – Non sono rari nemmeno i casi in cui gli escursionisti si ritrovino a tu per tu con mezzi a motore in transito su sentieri stretti: situazioni in cui, nel caso di incidenti, sono ovviamente le persone a piedi ad avere la peggio. Per non parlare poi dell’impatto acustico che, gravando in particolare sugli animali, ne modifica le abitudini migratorie e riproduttive, costringendoli ad allontanarsi e spesso a lasciare i luoghi di nidificazione abituale.

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Redazione Gualdo News
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