Ucciso dall’amianto, Enel condannata a risarcire la famiglia di un dipendente gualdese

Il Tribunale Ordinario di Roma ha emesso una sentenza che condanna l’Enel al pagamento di un risarcimento ai familiari di Franco Galantini, ex dipendente gualdese dell’azienda, deceduto nel giugno 2018 a causa di un mesotelioma pleurico epiteloide maligno, attribuito alla sua esposizione all’amianto sul luogo di lavoro. Lo ha reso noto l’ONA, l’Osservatorio Nazionale Amianto.

Il 15 gennaio scorso la seconda sezione lavoro del tribunale di Roma ha riconosciuto la correlazione tra il tumore aggressivo che colpisce le cellule epiteliali, causa della morte, e l’esposizione professionale all’amianto, stabilendo come risarcimento alla moglie e alle figlie, assistite dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, una somma “pro quota” di quasi 130mila euro.

Franco Galantini, che ha trascorso 33 anni di servizio presso la centrale Enel di Gualdo Cattaneo, operava come manutentore di officina meccanica e linee elettriche, affrontando quotidianamente – sottolinea la nota stampa – il pericolo derivante dalla manipolazione di materiali contenenti amianto.

Fino al 1990 l’uomo e gli altri operai non disponevano di adeguate misure di protezione individuale, come mascherine altamente filtranti contro polveri di silice e amianto, né era a conoscenza della presenza delle fibre nocive e del loro impatto sulla salute. In aggiunta, durante le pause pranzo, l’uomo consumava i pasti nel cantiere e riportava a casa indumenti contaminati di amianto mettendo a rischio anche la salute dei suoi familiari. Utile ricordare che le microscopiche fibre d’amianto, penetranti e letali, rimangono intrappolate nei vestiti, così come nei capelli, contaminando pertanto l’ambiente domestico“.

L’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica, aveva negato qualsiasi responsabilità, ma l’avvocato Ezio Bonanni ha dimostrato il contrario.

Enel, da parte sua, fa sapere di aver “sempre adottato le misure di protezione e di salvaguardia inerenti la tutela delle condizioni di lavoro nel rispetto della normativa nel tempo vigente.”

Enel precisa che l’ex dipendente, dopo aver lavorato quale elettricista presso aziende di impianti elettrici, ha poi svolto l’attività come manutentore alla Centrale termoelettrica di Bastardo e, successivamente, presso la sede di Gualdo Tadino con qualifica di operaio e manutentore di linee elettriche.

“L’Azienda si riserva ogni più approfondita valutazione a valle del deposito delle motivazioni della sentenza, anche ai fini di un possibile appello, conclude la nota stampa di Enel.

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Redazione Gualdo News
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