Dopo le scritte offensive indirizzate al sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, comparse ieri nei pressi di un cavalcavia della nuova Flaminia, arriva oggi il messaggio da parte dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, che tramite il presidente della sezione umbra Michele Toniaccini (nella foto) esprime “solidarietà e condanna i gesti come quelli di cui è stato vittima il sindaco di Gualdo Tadino. Scritte, accostate al simbolo della svastica e posizionate all’ingresso della cittadina, che sembrerebbero avere lo scopo di intimidire il primo cittadino alla vigilia delle prossime elezioni amministrative”.
«Non ci sono parole per questi gesti incivili – scrive Toniaccini – Sono atteggiamenti inqualificabili e inaccettabili. È massima la mia solidarietà verso un collega che ha sempre dimostrato grande impegno nel suo ruolo da sindaco e ancor prima verso un amico. Il confronto politico non deve mai prescindere dal rispetto verso l’altro e dalla correttezza. Gli insulti e le minacce sono sempre da condannare. Ci sono diversi modi di amministrare, diverse visioni di città, diversi colori politici, diverse idee in campo, tutte da rispettare, soprattutto quando a scegliere sono i cittadini attraverso l’esercizio al voto. Democrazia e libertà sono a fondamenta della nostra Costituzione e nessuna scritta può e deve mettere in discussione. Come sindaco, come presidente di Anci Umbria e come amico esprimo a Massimiliano Presciutti solidarietà e massimo supporto».
Anche ALI, Autonomie Locali Italiane, esprime solidarietà al primo cittadino gualdese, che è anche presidente di Ali Umbria. «Le scritte ingiuriose e le minacce apparse all’ingresso della città che vorrebbero intimidire uno dei più bravi amministratori che abbiamo sono una mera vergogna – scrive il presidente nazionale e sindaco di Pesaro Matteo Ricci – Atti come questi esprimono non solo inciviltà e disprezzo per il confronto politico ma sono anche un insulto alla democrazia e alla nostra Costituzione. Chiediamo quindi massima attenzione da parte delle forze dell’ordine dopo queste minacce».