Anche il Cai di Gualdo Tadino si schiera contro l’emendamento proposto dalla consigliera leghista Manuela Puletti e approvato lo scorso dicembre in Regione, che permette ai veicoli a motore di transitare sui sentieri di montagna ove non sia espressamente vietato da apposita segnaletica.
“Esistono delle regole di convivenza, delle scelte sul tipo di turismo da privilegiare, degli obblighi di tutela per mantenere o migliorare l’ambiente per le generazioni future che non possono essere trascurate – scrive la sezione Cai gualdese – Abbiamo sul nostro territorio un turismo religioso alla riscoperta di eremi, monasteri o grotte vissute da eremiti del passato, come anche uno un po’ più tecnico dove si “arrotano le unghie” su belle placche di roccia e ancora c’è la possibilità di esercitare il meraviglioso classico trekking alla riscoperta di angoli naturalistici bellissimi arricchiti da fontanili e ricoveri antichi.”
“Forse la cosa più importante è che questo nostro territorio, invidiato da molti, è adatto a svolgere un’attività più lenta capace di ritemprare il fisico e liberare la mente – prosegue il Club Alpino Italiano – Certo, tutto questo è in contrasto con una frequentazione motorizzata, c’è bisogno di pianificare il territorio individuando spazi per pedoni come per i veicoli a motori.”
Il Cai di Gualdo Tadino sottolinea il rischio che questa delibera possa concentrare un grande numero di mezzi a motori che migreranno dalle regioni vicine dove questo transito non è permesso. “Un problema di enormi dimensioni che potrebbe verificarsi è un aumento vertiginoso del dissesto idrogeologico dovuto alla eccessiva frequentazione dei suddetti mezzi”, conclude la nota a firma del direttivo
La sezione Cai gualdese dà inoltre appuntamento a domenica 14 aprile sul monte Subasio per la manifestazione pubblica per dire “No ai mezzi a motore sui sentieri“, promossa dal Gruppo regionale Umbria del Cai insieme a 27 associazioni umbre che si occupano di escursionismo, ambiente e turismo slow.
“Intendiamo rilevare ancora una volta – sottolinea il presidente del Cai Umbria, Gian Luca Angeli – l’incredibile contraddizione della Regione Umbria, che da una parte, in qualità di capofila del turismo slow, promuove un’iniziativa pregevole come “Cammini Aperti”, mentre dall’altra approva una modifica alla normativa regionale che arrecherà un danno altissimo a quella forma di turismo lento e sostenibile che intende promuovere e valorizzare“.