Mara Loreti contro il Comune per le potature degli alberi: “Tagli immotivati e dannosi”

Il Movimento Liberi Pensatori a Difesa della Natura riscontra a Gualdo Tadino “da alcuni anni un aumento esponenziale di tagli boschivi e ripariali, non solo, ma anche un grave peggioramento nella gestione del patrimonio arboreo urbano, evidenziando in questo ultimo aspetto “potature mutilanti, umilianti, capitozzature e tagli immotivati“.

Ricordando che a nulla è servita “la richiesta di salvare la storica alberatura di platani e tigli di via XXIV Maggio messa a dimora nel 1929″ il Movimento guidato localmente da Mara Loreti evidenzia quello che a suo parere è “una pessima gestione del verde urbano”.

Sotto accusa ancora una volta è il sistema di potatura degli alberi (“ora è la volta del viale alberato di lecci”, viene sottolineato), la cosiddetta capitozzatura, una tecnica che consiste in un taglio drastico della chioma, che può essere rimossa anche integralmente. Questa pratica è aspramente criticata da più parti: in questi giorni anche l’attore Giovanni Storti, del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, ha attaccato il Comune di Milano per aver adottato questo sistema.

Come scrive l’International Society of Arboricolture, “la capitozzatura rimuove il 50-100% della chioma di un albero. Senza la parte che produce l’energia necessaria ad una pianta, le foglie, questa può temporaneamente “morire di fame“. La severità della potatura può innescare un meccanismo di sopravvivenza. La pianta attiva le gemme latenti forzando la rapida crescita di germogli attorno a ogni taglio. L’albero ha bisogno di creare, il più presto possibile, una nuova chioma. Se un albero non possiede l’energia di riserva per una creare una nuova chioma sarà seriamente danneggiato e rischierà di morire. Un albero danneggiato è più vulnerabile ad attacchi di insetti e malattie infestanti. Ampie ferite da potatura espongono alburno e durame agli attacchi. La pianta può non possedere l’energia sufficiente per “difendersi chimicamente” da invasioni. I nuovi rami crescono molto velocemente fino a 60 cm in un anno, in alcune specie. Sfortunatamente, questi rami sono predisposti alla rottura, specialmente in presenza di vento. Ironia vuole che a differenza di quanto si volesse ottenere il risultato è una pianta più pericolosa di prima. Un albero capitozzato non riuscirà più a riacquisire la sua naturale forma.”

Annunciando un’attivazione nelle opportune sedi, il Movimento sottolinea che questi interventi “rappresentano per l’albero un trauma fisiologico, strutturale e funzionale“.

Critiche anche per lo sfalcio effettuato lungo il fiume Feo “in pieno periodo di nidificazione e riproduzione che ha messo fine alla vita di alberi, arbusti, alla “casa” tanti animali  invertebrati e vertebrati che lo abitavano, un ecosistema fluviale che ora in assenza di copertura  vegetale riparia, di ombra, rischia di perdere per evapotraspirazione l’acqua e con essa la biodiversità.”

Nel mirino anche la mancanza di opposizione da parte del Comune “al taglio dei boschi cedui pedemontani e montani, interni e significativi al Sito Natura2000″, e la non risoluzione a Valsorda del pascolo vagante di bovini.

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Redazione Gualdo News
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