Appuntamento con la storia e la storia dell’arte domenica 28 aprile alle 16 presso la chiesa di San Pellegrino, all’interno delle celebrazioni dell’ultramillenaria Festa del Maggio, arrivata alla sua 1020ª edizione.
Un pomeriggio per riscoprire gli affreschi che decorano l’antica chiesa, anche alla luce delle ultime e più recenti evidenze scientifiche, per cercare di ricostruire l’ambito all’interno del quale molti maestri, in differenti momenti, vennero chiamati a lavorare sulle pareti dell’edificio, vero palinsesto, che lascia intravedere almeno tre strati sovrapposti di pittura e più mani d’interventi.
“Si partirà dai nomi più noti e più legati al territorio – spiega Matteo Bebi, curatore del progetto Sulle orme di Matteo da Gualdo – come il nostro Matteo di Pietro di ser Bernardo e suo figlio Girolamo, fino all’autore del polittico, recentemente riattribuito a Giovanni Angelo d’Antonio da Bolognola, passando per una diffusa cultura figurativa d’ambito marchigiano, come quella presentata dall’anonimo e cosiddetto Maestro Camerte, per la splendida verve coloristica dell’altrettanto misterioso Maestro di Fossato, e quindi per le celebri scene del Maestro delle storie di San Pellegrino, senza dimenticare le influenze che provengono dall’eugubino e dal fabrianese.”
Una storia del territorio ricostruita attraverso l’iconografia, una fortunata possibilità di lettura delle opere nella loro collocazione originale, per raccontare la centralità del castello tra Medioevo e Rinascimento, tra pellegrinaggio, tradizione, devozione e manifestazione artistica.
“Il progetto ha già investito San Pellegrino con le digitalizzazioni dello scorso gennaio ma in questa occasione si è voluto fare di più, mappando anche il resto delle opere, cercando di collocarle temporalmente e nel giusto ambito artistico. Sono infatti stati preparati dei pannelli didascalici che individuano e spiegano le pitture, così da fornire un valido riferimento a chi vi entra”, continua Bebi.
Al convegno interverranno il parroco di San Pellegrino, don Michele Zullato, il presidente Associazione Maggiaioli di San Pellegrino, Andrea Santioni, il presidente del Lions Club di Gualdo Tadino, Alfredo Villa, la direttrice dell’ufficio diocesano per i beni culturali, Francesca Cerri, la docente di Museologia e critica artistica e del restauro all’Università degli Studi di Macerata, Patrizia Dragoni – anche autrice della prefazione del rinnovato libro Macteus Pinsit, disponibile già da domenica -, l’architetto Nello Teodori, curatore del Museo del Somaro, il patrocinatore di una parte della digitalizzazione delle opere Giovanni Fe’ Calai, la presidente di UniGualdo, Maria Pina Civitareale, e quindi il curatore del progetto, lo storico e autore Matteo Bebi.
Un pomeriggio di avvicinamento alla festa per riscoprirne anche l’antica percezione, attraverso l’arte e la storia.