A Gualdo Tadino presentazione del libro ‘I campi di Tullio. La storia di un Internato Militare Italiano’

Martedì 30 aprile alle 18, presso la Mediateca del Museo dell’Emigrazione di Gualdo Tadino, si terrà la presentazione del libro “I campi di Tullio. La storia di un Internato Militare Italiano” di Dino Renato Nardelli Luigino Ciotti.

Il volume racconta la storia di Tullio Ciotti, classe 1924, padre di Luigino, sopravvissuto nei campi di prigionia tedeschi.

Alla presentazione interverrà Luigino Ciotti insieme al sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, e al giornalista Mario Anderlini.

Oscilla tra 5mila e 9mila il numero dei soldati provenienti dall’Umbria finiti negli arbeitslager, campi di lavoro, nell’Europa Orientale occupata dai nazisti.

E oscillano tra 650mila e 810mila le valutazioni sul numero di componenti dell’esercito italiano fatti prigionieri dalla Wermacht germanica subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Una contabilità complicata di un capitolo poco esplorato per almeno mezzo secolo dopo la fine della Seconda guerra mondiale, una realtà che genera sorpresa e sconcerto una volta che la si mette a fuoco.

I soldati vennero sfruttati come manodopera a costo zero nelle fabbriche e nei campi della Germania e dell’Europa orientale occupata dalla Wermacht: un trattamento in aperta violazione della Convenzione di Ginevra, che vietava esplicitamente di impiegare nelle lavorazioni di qualsiasi tipo i prigionieri di guerra. Proprio per questo venne data loro la denominazione “Internati militari italiani”, in sigla “Imi”.

Quasi 50mila di essi morirono di fame, stenti, malattie, a causa dell’utilizzo come lavoratori-schiavizzati. Tra questi IMI ci fu Tullio Ciotti, giovane bracciante di Passaggio di Bettona. La sua storia di prigionia e di guerra è quindi non individuale, ma collettiva. Le sue sofferenze, le angherie, i soprusi subiti, la nostalgia, la fame, il freddo, le umiliazioni non furono “patrimonio” solo di Tullio, ma di tutti gli italiani vittime di una guerra che la maggioranza di loro non aveva voluto.

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Redazione Gualdo News
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