Nell’estate 1993 il Gualdo Calcio si apprestava a disputare il secondo campionato di serie C2. Poche settimane prima era arrivata una salvezza sofferta: l’allenatore Bruno Nobili, che nel corso dell’anno aveva sostituito in panchina William Barducci uno dei principali autori della storica promozione tra i professionisti, con alcune “invenzioni” come Costantini centravanti aveva sopperito ad assenze pesanti causa infortuni ed era riuscito a mantenere la categoria.
Tutto lasciava pensare a una sua conferma alla guida del Gualdo quando il presidente Angelo Barberini, insieme allo storico direttore sportivo Claudio Crespini, mette a segno il colpo a sorpresa, preparandosi a scrivere una delle pagine più memorabili della storia calcistica gualdese.
Dal Perugia chiama ad assumere la guida tecnica del Gualdo Walter Alfredo Novellino, ancora fresco del clamoroso esonero all’ultima giornata dal Perugia per un diverbio con Luciano Gaucci dopo che, proveniente dagli Allievi del Grifo, aveva conquistato lo spareggio con l’Acireale.
Novellino, con la sua visione calcistica e la sua determinazione, infonde nei giocatori la convinzione di essere una grande squadra e la stagione 1993-94, la prima con i tre punti per la vittoria e l’ultima prima dell’avvento dei playoff, si rivela una cavalcata emozionante, nonostante la presenza nel girone di avversari fortissimi come Livorno, Pontedera (quello della celebre vittoria in amichevole con l’Italia di Sacchi) e Fano.
Il 5 giugno 1994, terz’ultima giornata, segna il culmine di questo incredibile campionato. Il Gualdo, reduce da una lunga serie positiva fatta di 18 risultati utili consecutivi, si reca a Macerata per affrontare la Maceratese. La tensione è palpabile, l’aria carica di aspettative. I gualdesi, in massa, arrivano allo stadio “Helvia Recina”. I marchigiani però sfoderano la prestazione dell’anno e, complice forse il “braccino del tennista” venuto ai calciatori biancorossi, vincono meritatamente per 1-0.
Col fiato sospeso i tifosi attendono i risultati delle altre partite, che tardano ad arrivare. Nell’era pre-internet bisogna affidarsi alle radioline e a qualche voce incontrollata. Lo speaker dello stadio comunica i “risultati parziali a pochi minuti dal termine” che danno ragione al Gualdo, ma manca l’ufficialità e la beffa potrebbe essere sempre in agguato. Ma quando i giocatori in campo corrono ad abbracciarsi vuol dire che è fatta: il Livorno e il Fano sono entrambe battute, rispettivamente da Castel di Sangro e Vastese, e la promozione in serie C1 del Gualdo è realtà.
La città di Gualdo Tadino è invasa da caroselli di auto. La squadra e i dirigenti, protagonisti di questa straordinaria impresa, vengono accolti in trionfo al loro ritorno e quindi celebrati con una festa in piazza organizzata al volo da Radio Tadino.
Capitan Cocciari e i suoi compagni vengono poi abbracciati sette giorni dopo in un’altra domenica indimenticabile contro il Rimini, con il “Luzi” che riserverà loro un tributo emozionante.
Ma il Gualdo vuole chiudere da protagonista e con il primo posto in classifica, che viene certificato il 19 giugno 1994 con il pareggio in trasferta con il Baracca Lugo.
Quell’annata non fu solo un successo sportivo. Il sogno divenne realtà grazie all’impegno e alla passione di Angelo Barberini, il presidente visionario che aveva creduto in un futuro da protagonista per il Gualdo Calcio, insieme ai dirigenti della società diversi dei quali dell’azienda Tagina, lo sponsor che accompagnò il Gualdo dai dilettanti alle soglie della serie B restando sulle maglie biancorosse per venti anni.
La promozione in Serie C1 del 5 giugno 1994 rappresentava al momento il punto più alto di un percorso iniziato anni prima. Ma il viaggio non si sarebbe chiuso lì.