Successo per “Sulle orme di Matteo da Gualdo”: il progetto curato dal giovane ricercatore e scrittore gualdese Matteo Bebi ha infatti vinto il prestigioso Premio Italia Medievale.
Il percorso intermuseale si è aggiudicato il primo posto nella sezione multimediale, riscuotendo grande successo di pubblico non solo nella città natale del pittore gualdese ma anche altrove. La premiazione si terrà il 30 novembre a Milano, in un luogo ancora da definire.
Il progetto intende unire le varie città in cui il pittore ha lasciato tracce della propria arte, quali Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Assisi, Sigillo, Casacastalda, Valfabbrica, Sassoferrato fino ad arrivare negli Stati Uniti a Baltimora e Boston, tramite un lavoro di promozione delle opere e di digitalizzazione di contenuti specifici.
L’Associazione Culturale Italia Medievale ha istituito nel 2004 il Premio Italia Medievale per assegnare annualmente un riconoscimento a personalità, istituzioni e privati che si sono particolarmente distinti nella promozione e valorizzazione del patrimonio medievale del nostro Paese.
“Sono felicissimo per il risultato ottenuto, orgoglioso per la risposta della gente e di tutti i gruppi che hanno supportato il progetto fin dall’inizio – afferma il curatore del progetto, Matteo Bebi – La vittoria del premio è qualcosa di corale, condivisa e da condividere con i molti che collaborano e lavorano per il progetto di ricerca, ma anche con tutti quelli che semplicemente hanno dato e continueranno a dare il loro contributo, sia pure l’amore per il territorio, per la storia e la storia dell’arte. Il bel risultato sprona a continuare e ad andare avanti, migliorandoci sempre e aggiornandoci, ed è un nuovo punto di partenza per le prossime iniziative in vista.”
L’idea del percorso nasce nel 2019, dopo la pubblicazione di un breve racconto di Matteo Bebi sul pittore.
Il libro si affianca così al restauro del trittico di San Rufino di Assisi, quindi i primi video, attraverso il contributo della Fondazione Perugia, tramite il progetto Well Tree, il sito, grazie al Lions Club di Gualdo Tadino, il saggio Macteus Pinsit, in più edizioni aggiornate, l’apposizione del cartello didattico sul luogo di nascita e quindi le lezioni con UniGualdo, gruppo che ha sempre fortemente sostenuto il progetto. I
l lavoro digitale è coordinato da Nicholas Mancini e Roberta Ruiz de Ballesteros, i contenuti sono il risultato dello studio dello stesso curatore, Matteo Bebi, in continuo confronto con la professoressa Patrizia Dragoni, docente di Museologia e critica artistica e del restauro all’Università degli Studi di Macerata, la professoressa Feliciana Menghini, direttrice dei Musei di Nocera Umbra, il professor Corrado Fratini, docente di Storia dell’arte medievale presso l’Università degli Studi di Perugia.
Recentemente, un bel sodalizio con il dottor Trevisi ha portato il percorso ad intrecciarsi con un progetto di ricerca dedicato ai graffiti medievali e moderni, attraverso il quale è stato possibile anche datare con maggiore precisione alcune opere.
Un risultato che concede uno spazio di risonanza nazionale per Matteo da Gualdo e per Gualdo Tadino.