A Nocera Umbra, nello storico Palazzo Camilli, è stato presentato il libro “Diario Appenninico” di Mario Bravi.
Una sala piena ha accompagnato una riflessione collettiva che, partendo da una serie di spunti contenuti nella pubblicazione, ha avuto il suo perno nella situazione delle zone interne.
Zone che, dalla Fascia appenninica alla Valnerina, per prime sono state colpite dalla crisi economico e sociale, accompagnate all’esplosione negativa della dimensione demografica e dall’allargarsi delle solitudini.
Le zone interne erano state oggetto di precisi piani di sviluppo, partiti dall’impostazione dell’ex ministro Fabrizio Barca, che puntavano a realizzare in queste realtà progetti basati sulla valorizzazione del territorio, sui beni culturali ed artistici e sulla tutela dell’ambiente.
“Ora questi progetti sono al palo – è stato evidenziato – con un’idea di autonomia differenziata che allargherà ancora di più le differenze tra le diverse aree del Paese”.
Nel dibattito, al quale oltre all’autore hanno partecipato la segretaria generale Fillea Cgil Elisabetta Masciarri, il presidente dell’Anpi di Nocera Umbra e Valtopina Francesco Mirti, il presidente regionale Auser Manlio Mariotti, il senatore del Pd Valter Verini, coordinati dal giornalista Alessandro Orfei, si è sottolineata l’esigenza di rilanciare le aree interne.
Nel corso dell’incontro è stato toccato anche il tema della scarsità della popolazione e della densità demografica in queste realtà, che può essere trasformata da punto di criticità a una diversa qualità dello sviluppo.
“Questo vale per tutta la dimensione regionale – è stato ribadito – Infatti l’Umbria che ha la densità demografica più bassa tra tutte le regioni dell’Italia centrale, può sperimentare un nuovo rapporto tra presenza umana e realizzazione di nuove filiere dello sviluppo che valorizzino non solo la risorsa ambiente, con un bosco che copre oltre il 50% del territorio, ma anche gli insediamenti umani, affrontando in un’ottica nuova di rapporto intergenerazionale, il tema dell’invecchiamento progressivo della popolazione.”
La regione ha circa il 30% della popolazione composto da ultra 65enni e di questi il 10% è di ultra 80enni, una situazione che porta con sé anche l’esplosione delle solitudini, che investe anche le città umbre.
“Servono da questo punto di vista nuove reti solidali e un nuovo Piano del Lavoro“, è stata la conclusione di Mario Bravi.