Le biblioteche e gli archivi, custodi di tesori dimenticati, riservano spesso scoperte sorprendenti. E’ il caso di un faldone conservato presso la Biblioteca Capitolare della Basilica Concattedrale di San Benedetto a Gualdo Tadino.
Tra i documenti riguardanti antichi restauri della chiesa, lo storico dell’arte Gabriele Passeri ha rinvenuto una serie di fotografie storiche della facciata del Duomo, risalenti alla seconda metà del XIX secolo, rilevanti per comprendere “lo stato dell’arte” della maggiore chiesa tadinate in quel periodo.
La prima immagine è un ambrotipo, un negativo su lastra di vetro tipico dei primi decenni della seconda metà dell’Ottocento. Si tratta di una delle più antiche foto esistenti della cattedrale di Gualdo Tadino e della città stessa.
Osservandola attentamente, si distingue uno stemma pontificio sul lunotto centrale della facciata, attribuibile a Papa Pio IX, il cui pontificato durò dal 1846 al 1878. Questo dettaglio permette di datare la foto con estrema precisione, circoscrivendola agli anni del pontificato di Pio IX. È quindi plausibile che questo ambrotipo sia “coetaneo” di un altro celebre scatto, rinvenuto nel 2017 dal dottor Daniele Amoni e realizzato da Mariano Guardabassi nel 1863.
A differenza della fotografia di Guardabassi, in cui è visibile anche il vecchio campanile dell’Abbazia, il negativo custodito nell’archivio capitolare si concentra sulla facciata della chiesa, permettendoci di osservare nel dettaglio i magnifici elementi lapidei realizzati dai maestri lombardi nel XIII secolo.
Un dettaglio di particolare interesse spicca nel rosone centrale: un quadrato in pietra racchiude il secondo cerchio, il più piccolo. Non è chiaro se questo elemento risalga all’epoca della creazione del rosone, a metà del XIII secolo, o se, più probabilmente, sia stato aggiunto come rinforzo a seguito dei grandi restauri del 1752 voluti dal vescovo Alessandro Borgia, un anno dopo il terribile sisma che sconvolse Gualdo Tadino.
Inoltre, le finestre dei due rosoni laterali, visibilmente deteriorate, furono poi sostituite con le attuali vetrate proprio negli ultimi anni dell’Ottocento, come confermato dai documenti contenuti nel faldone.
La seconda fotografia ritrovata è un positivo e ritrae una scena vivacissima: ai piedi del Duomo di Gualdo Tadino si accalca una folla, incuriosita dallo scatto. Anche in questa immagine è presente il quadrato nel rosone centrale, mentre le finestre laterali appaiono ancora deteriorate. Tuttavia, lo stemma sul lunotto è cambiato: appartiene a Papa Leone XIII, successore di Pio IX, permettendo di datare questo scatto tra gli anni 1878 e 1903.
Queste immagini consentono di ricostruire con sicurezza l’assetto della facciata del Duomo prima dei restauri ottocenteschi, offrendo una visione preziosa di alcuni dettagli oggi scomparsi. Un’occasione unica per sbirciare attimi rubati da un mondo antico e dimenticato da tempo.