Le tre madri hanno fatto la loro apparizione al teatro Don Bosco di Gualdo Tadino segnando la chiusura del ciclo dei festeggiamenti del Comitato Settimo Centenario Beato Angelo, così come Ali d’Angelo, realizzato dallo stesso cast, lo aveva aperto il 15 gennaio dello scorso anno. Due gli spettacoli fino ad ora portati in scena che, manco a dirlo, hanno totalizzato due sold-out.
Lo spettacolo, in due atti, è caratterizzato da sbalzi temporali che portano lo spettatore a ripercorrere la vita di Gesù e dei due ladroni narrata spesso proprio dal punto di vista di Disma, il ladrone buono, e di Gesta, quello “cattivo”, che dalle croci, tra dolori e deliri, ricordano gli incontri fanciulleschi con il Messia che si ritroveranno a fianco di lì a poco, condannato alla stessa pena.
Le tre madri sono Maria, Leah e Hannah. Genitori di tre figli molto diversi, ma madri nella stessa maniera e con lo stesso dolore dentro, dato il destino dei loro cari.
In mezzo, il tentativo non riuscito di Nicodemo di liberare con un esorcismo Maria Maddalena posseduta da sette demoni. Poi i dubbi dello stesso Nicodemo nel vedere Gesù riuscire dove lui aveva fallito, ma anche il tentativo di Disma di intraprendere una vita più retta, sforzo reso vano dalla tentazione di partecipare ai moti di ribellione di Barabba insieme a Gesta.
Dopo un breve prologo che riporta all’attuale situazione di guerra nelle zone in cui si svolge la storia, commovente e suggestiva è la scena dell’annunciazione in cui una giovane Maria si ritrova a sognare di avere accanto le altre due madri che sollevano i propri nascituri. Da qui parte la storia, in cui sarà forte il richiamo a temi attuali come la disabilità, nella scena del paralitico guarito, e la morbosità dei giovani verso i dispositivi elettronici.
Nel musical, l’ultima cena diventa magicamente l’ultima cena digitale, con Gesù che esorta disperatamente i propri discepoli: “Lasciate andare quei telefoni. Vivete l’attimo, ascoltate il cuore. In fretta corrono le ore. Offro l’amore non solo rumore”, canta con veemenza.
Poi ecco la Passione di Cristo, raccontata in chiave rock. Un rock melodico con situazioni rese suggestive da giochi di luce curati nei minimi dettagli, come il pentimento di Giuda davanti a Maria che disperata cerca di spiegare al “traditore” che pagare con la sua vita non ridarà vita a suo figlio.
Tutte le scene sono dense di pathos e l’epilogo è ovviamente quello che tutti conosciamo, ma accompagnato da una commozione che solo il teatro sa regalare. Un’opera a tratti provocatoria, audace, con messaggi importantissimi diretti specialmente ai giovani.
Il paragone con il musical che aveva raccontato la storia di Angelo da Casale viene spontaneo e quello che salta agli occhi, e alle orecchie, è il balzo in avanti in fatto di qualità rispetto ad uno spettacolo che di qualità ne aveva già da vendere. Un salto in avanti non solo nella storia, che spazia in un territorio certamente più vasto di quello del Beato, ma anche e soprattutto nella cura dei costumi, delle coreografie di Lorena Cerreti e delle musiche. Mentre quest’ultime provengono nuovamente dal talento di Giampaolo Cavalieri e Andrea Fiorentini, gli abiti di scena sono stati realizzati da Daniele Gelsi, costumista di fama nazionale.
Le Tre Madri è un prodotto sicuramente più maturo di Ali d’Angelo. Il cast è cresciuto e ad aprile sembra che sbarcherà nuovamente sul palcoscenico del teatro Lyrick di Assisi. Intanto proseguono le repliche al teatro Don Bosco di Gualdo Tadino, già programmate per venerdì 24 gennaio, sabato 25, domenica 26, venerdì 31 e sabato 1 febbraio.
Prevendite aperte presso la libreria Mondadori al centro commerciale Porta Nova di Gualdo Tadino, in cui è possibile acquistare anche il libro di Marco Gubbini, che porta lo stesso titolo.
