Non è questo un articolo per disquisire sul piano parcheggi, sulla sua giustezza o sulle sue ingiustizie. È un articolo che intende parlare semplicemente delle regole della lingua italiana. Un idioma complicato, con una coniugazione verbale ricchissima, con sette modi verbali dalle forme regolari e irregolari, ma che ha un’affinità con la sintesi che è incredibile: con un sostantivo, un verbo e un aggettivo quasi si può descrivere il mondo.
La questione è un segnale apposto in piazza XX Settembre a Gualdo Tadino, ma ce ne sono altri in altre zone, che indica come “a pagamento” le aree di sosta adiacenti, con tanto di orari in cui tale sosta va pagata. Poi, sotto, un cartello che recita: “Escluso abbonamenti”.
«Beh, normale! – penserebbe il cittadino medio (ma anche quello basso e quello alto) – se uno paga un abbonamento, ha già pagato. Come sull’autobus, come allo stadio».
Ma non è così. Un post comparso ieri su Facebook di una cittadina abbonata ai parcheggi ha suscitato scalpore e probabilmente ha fatto conoscere a tanti altri che quel “Escluso abbonamenti” non vuol dire, come logica e italiano vorrebbe, che gli abbonati sono esclusi da quanto scritto sul segnale sopra, ma che devono pagare anche loro. Dimostrazione ne è la multa che l’autrice del post, ma anche altri, si è vista rifilare.
E’ innegabile che, come la si giri e rigiri, quella frase dice l’esatto contrario di quello che l’autore ha pensato. Se poi questo pensato sia giusto o non giusto, logico o illogico, è un altro discorso su cui si potrebbe scrivere un articolo di opinione, ma comunque tutt’altro argomento.
Qui si parla dell’utilizzo non corretto della lingua italiana, perchè il dizionario della lingua italiana dice che escluso significa “lasciato o messo fuori da un contesto” e quel contesto è in maniera evidente la segnaletica appena sopra.
Bastava utilizzare quella formula di cui abbiamo parlato sopra, anzi ancora più semplice. Andare con sostantivo-avverbio-aggettivo e scrivere “Abbonamenti non validi”. Numericamente sono le stesse parole, tre, ma sarebbe stato chiaro come il sole che lì anche gli abbonati pagano e non il contrario.
C’è ovviamente il tempo per rimediare. Chi di dovere lo faccia, perché sulla lingua italiana non si scherza e va trattata bene. Sicuramente meglio degli automobilisti, che non devono interpretare la segnaletica, ma semplicemente esserne certi.