Dopo Pokemon Go, l’artista Pesce apre una nuova caccia

GUALDO TADINO – Non c’è solo Pokemon Go.  Si apre una nuova caccia. L’artista Piergiuseppe Pesce presenta: “TROVA STO CAZZO!”
Il giorno venerdì 19 Agosto 2016, 30 cazzi d’artista voleranno e si depositeranno nel centro storico di Perugia.

Qui il video di presentazione:

Eclettica, geniale e provocatoria, queste solo alcune le definizioni con cui è stata accolta dalla critica l’opera dell’artista Neopop Piergiuseppe Pesce.

Nato a Napoli ma gualdese di adozione da molti anni, si è formato prima al Liceo Artistico della sua città natale e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Perugia come scenografo costumista.
E’ oggi sicuramente l’artista di Gualdo Tadino più noto al pubblico nazionale ed internazionale, tra plausi e critiche, la sua opera continua ad attraversare il mondo senza passare inosservata.

A Gualdo Tadino fece particolarmente discutere un’istallazione presso la Chiesa Monumentale di San Francesco bollata come “oscena” e particolarmente offensiva, ma che l’artista ha sempre difeso, professandosi a sua volta persona credente e rispettosa nei confronti della morale cristiana.

“Come uomo e artista ho perso ogni riferimento storico, culturale, morale”, così racconta di sé Piergiuseppe Pesce, “da questo secolo eredito confusione, se sono vivo è perché ancora sto giocando”.

Piergiuseppe Pesce, artista controverso e spesso discusso, rivolge la sua attenzione agli oggetti, ai miti, e ai linguaggi della società dei consumi.
Vicino alla corrente internazionale e postmoderna del Neo Pop, miscela i simboli di culture diverse rimandando al grafitismo urbano, al mondo dell’underground, ma anche ai fumetti e al web design.


Nel suo universo artistico disparati soggetti sono costretti a coabitare in un improbabile spazio comune. Nelle opere di Pesce, infatti, si parla della fine dell’eurocentrismo, della globalizzazione, della disintegrazione dei vecchi modelli di relazioni umane e sociali.

Attraverso il linguaggio critico e ludico che lo caratterizza, anche la carrellata di personaggi e simboli che l’artista propone rappresentano un grande riassunto del secolo che ci siamo lasciati alle spalle, dove non mancano le contraddizioni.
Nelle sue opere tutto sembra mescolarsi, ricombinarsi, riprodursi, nascondersi e riaffacciarsi, seguendo il gioco delle possibilità o meglio la legge statistica delle probabilità.

La grande lezione delle avanguardie storiche del Novecento arriva fino a noi in veste contemporanea e concettuale. Anche questa in fondo è un’eredità del nostro secolo: un nuovo approccio nel fare arte e nel fruirla, un’apertura a 360 gradi verso il mondo in cui viviamo e che solo ora possiamo percorrere contemporaneamente sia in senso geografico che in senso storico.

Dopo il successo di critica e di pubblico ottenuto a Los Angeles, con la partecipazione alla mostra “Skies (Nel blu dipinto di blu)”, a cura di Adelinda Allegretti, presso il Latino Art Museum, Piergiuseppe Pesce ha conquistato anche la capitale vincendo un’edizione del Premio “Art Caffè letterario – Esposizione di Arte Contemporanea”, con l’istallazione “Nuovo cubismo”.

E non solo: i lavori di Pesce hanno catturato l’attenzione del documentarista d’arte Roony Wilson, che ha girato un video sulle sue opere proprio a Gualdo Tadino, all’interno della Cube Gallery.
Il regista inglese era presente in Umbria, per l’esattezza a Città di Castello, per girare un documentario sulle opere del maestro Burri, e, interessatosi all’espressività di Pesce, ha deciso di riproporre ai suoi studenti di Manchester i lavori inediti dell’artista gualdese, comprese le installazioni, da lui molto apprezzate.

Mescolando il linguaggio Dada degli inizi del XX secolo, la Pop Art degli anno ’50 e la corrente post-moderna del Neopop – spiega l’artista – ho eletto a filo conduttore della mia creatività quei soggetti simbolo del nostro universo politico, religioso, culturale e mediatico, quelle icone del quotidiano, quei miti che hanno affollato e caratterizzato lo scorso secolo, e li ho accostati in un ideale riassunto iconografico, da cui traspare il distacco e la fuga dell’uomo contemporaneo rispetto ad essi, inevitabilmente decaduti o destinati comunque a decadere”.

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Redazione Gualdo News
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