GUALDO TADINO – Nel primo terremoto dell’era dei social, può capitare che qualcuno si improvvisi geologo sparando a destra e sinistra raffiche di magnitudo, faglie impazzite e addirittura previsioni sul luogo esatto della prossima scossa. Anzi, non può capitare. E’ capitato.
“Non ci casco. Questa era sicuramente 5,3 e non 5,0 come hanno scritto!” – scrive qualcuno che probabilmente tiene un sismografo in casa, è più veloce dell’Ingv nel difficile calcolo del grado Richter e non conosce l’enorme differenza d’intensità che corre tra decimi di punto.
“Hanno abbassato la magnitudo“, “fanno apposta, perchè non vogliono pagare!” scrivono altri caduti nel vortice delle bufale più fantasiose. Non parliamo poi dei complottisti – semplicemente perchè non meritano – cioè coloro i quali condividono tesi che proverebbero la mano umana nello scatenare i terremoti. Sismi additati come “armi telluriche di distruzione di massa”.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza dopo una ricerca in rete, quindi accessibile a tutti, che speriamo riesca a tranquillizzare qualcuno. Non sulla paura del terremoto ovviamente, ma perlomeno sul fatto che non esistono uomini che di lavoro fanno quelli che, dopo ogni scossa, taroccano (non si capisce per quale motivo) i dati scientifici.
Iniziamo col dire che i terremoti si possono misurare con due scale di misura della magnitudo:
– la magnitudo locale (ML), meglio conosciuta come scala Richter.
– la magnitudo momento (Mw).
Le due scale sono assolutamente diverse. La prima è quella utilizzata dal nostro Istituto Nazionale di Geofisica (Ingv). La seconda, più giovane di 40 anni, è usata in America.
Per chi vuole approfondire (se no andate al prossimo paragrafo): quando un terremoto rompe una faglia emette molte frequenze diverse tra loro. Nel caso dei grandi sismi, tuttavia, si tratta di energia a basse frequenze, che il sismografo Wood Anderson, usato per calcolare la Richter, non è in grado di misurare con precisione. Per un terremoto importante, magari in grado di spostare la faglia di 100 chilometri, si potrebbe avere una misurazione inferiore e poco precisa. Per questo è stata introdotta la scala della magnitudo momento, che grazie alla strumentazione utilizzata, a banda larga e in grado di registrare frequenze anche minori di 1 Hz, può dare un valore affidabile e direttamente proporzionale alla vera energia del sisma.
Comunque è bene sapere che un terremoto del grado superiore al 6 viene registrato da mezzo mondo, ma solo l’Ingv ha una densità di sismografi sul territorio tale da definire con precisione la ML (scala Richter), mentre altre agenzie si rifanno a comparazione di pochi dati per stimarla. Meno dati significa meno tempo per elaborarli, ma anche più margine di errore.
L’Ingv ci mette più tempo (quello che i novelli geologi nostrani utilizzano per dare il via su facebook al superenalotto-magnitudo), ma ha dati più affidabili. Per calcolare epicentro e grado della scala Richter non bastano infatti due minuti. Bisogna elaborare dati di sismografi lontani anche 200 km dalla zona dell’epicentro. Quindi è inutile comparare i dati che arrivano i primi minuti con quelli definitivi, gridando al complotto. Potrebbe essere come paragonare le mele con le pere.
Per quanto riguarda il decreto Monti, quello per cui i Governi non contribuirebbero economicamente sotto un certo grado Richter. Ebbene, esiste! E’ il n. 59 del 15/05/2012, ma per i danni non si basa né sulla scala Richter né sulla Mw. Fa riferimento alla scala Mercalli. Ve la ricordate? I meno giovani sicuro, perchè una volta si usava solo questa: misura non l’intensità di un terremoto, ma i suoi effetti. E’ un po’ diverso. Assai diverso.
Se avvertite il tremito di infissi e cristalli e vi oscilla il lampadario, il terremoto potrebbe essere del IV grado della scala Mercalli. Anche se nella zona dell’epicentro è del 3,0 della Richter. Se vi cade il comignolo e vi si crepano i muri, si stima che potrebbe essere addirittura intorno al VII grado Mercalli. E’ quindi una scala soggettiva e non si basa su calcoli, ma sugli effetti che provoca una scossa.
Ecco un bell’esempio: se un terremoto di grado 6,5 della scala Richter (come quello di domenica) avesse epicentro nel deserto del Sahara… non succederebbe nulla. Sarebbe avvertita solo dagli strumenti sismici e classificata come grado I della scala Mercalli. Se la stessa scossa avesse invece epicentro in un centro abitato, la scala Mercalli potrebbe superare il IX grado, ben al disopra della soglia stabilita dal decreto Monti, che è comunque molto bassa.
L’articolo della legge 59 che parlava di risarcimenti è stato comunque soppresso con la legge n. 100 del 12 luglio dello stresso anno. A prescindere da tutte queste cose, deve essere chiaro a tutti che il risarcimento dei danni dopo un terremoto si baserà sull’effetto delle scosse e non sulla loro magnitudo. Come è normale che sia.
Speriamo che questo articolo abbia contribuito a fare un po’ di chiarezza per quando vi troverete a percorrere la giungla di Facebook, lastricata delle sempre pericolose bufale che si aggirano minacciose e a volte ben mimetizzate (spesso comunque ben riconoscibili eh! Suvvia, diciamocelo!).
Se siete invece fra quelli che pensano che i terremoti siano indotti dall’uomo, il problema non si pone: avrete smesso di leggere fin dalle prime righe quest’articolo e insultato l’autore come uno sprovveduto che non si informa.