La bellezza dei sentieri e dei percorsi della montagna della Fascia Appenninica sono acclarati e, soprattutto, apprezzati da chi viene a percorrerli in mountain bike da fuori regione. Questa zona sta diventando un vero e proprio paradiso per gli amanti dei pedali, che trovano bellissimi itinerari da affrontare, sia su strada che su percorsi collinari e montani. Adesso, grazie ad un progetto collaborativo ideato dal Gruppo Sportivo AVIS di Gualdo Tadino e dallo Sci Club Valsorda “R. Matarazzi”, gli appassionati dei tour su due ruote potranno attraversarli transitando anche dentro i borghi più suggestivi presenti lungo gli itinerari.
174 km di sviluppo complessivo, con un dislivello di 6.000 metri, evidenziano come si tratti di tour comunque impegnativi. L’itinerario si snoda al cospetto delle vette più affascinanti di questa parte di Appennino umbro: Monte Maggio, Serrasanta, Fringuello, Monte Penna, Alago, Monte Cucco, con discese tecniche e divertenti.
Il progetto, che coinvolge sei Comuni e che ha visto il sostegno della Regione Umbria e dell’Agenzia Forestale, è stato illustrato dal sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, dall’assessore all’ambiente Michela Mischianti e dalla presidente dello Sci Club Valsorda, Mara Loreti, alla presenza del dirigente dell’Agenzia Forestale, Ezio Menichetti.
“E’ un progetto nato dalla collaborazione tra associazioni che contribuisce a portare turismo ambientale nel territorio – ha sottolineato Mara Loreti – Attraversa sei comuni che porta il ciclista a contatto con la natura e a conoscere i borghi. Da Gualdo Tadino a Valsorda, quindi Monte Alago, Nocera Umbra, passando per il Percorso Francescano e Collemicio si toccherà il Castello di Frecco e poi Fossato di Vico. Attraverso il valico si arriverà nel fabrianese, qui Monte Cucco, Sigillo, Crocicchio, San Pellegrino, Cerqueto e il ritorno a Gualdo per 174 km complessivi con diversi punti di sosta lungo i percorsi, tutti mappati con il GPS e con segnaletica rimessa a posto.”
Il progetto è molto interessante e potrebbe attirare un turismo appassionato di mountain bike, ma andrebbe adeguatamente pubblicizzato e fatto conoscere in Italia e all’estero attraverso nuovi e vecchi media con una campagna di marketing territoriale adeguata. Le risorse, come al solito, sembrano al momento non esserci, ma è anche opportuno che i vari Enti si interroghino su cosa vogliono fare di questo territorio attanagliato dalla crisi. Se credono che il turismo ambientale possa rappresentare una risposta valida per incrementare il numero di presenze e quindi creare un’economia (ma l’assenza alla presentazione degli altri Comuni coinvolti non è un bel segnale in tal senso) è opportuno che prendano il toro per le corna e ci investano risorse proprie, facendo scelte strategiche. Diversamente anche l’interessante progetto Gualdo Tadino Trans Bike rischierà di restare una bella idea, ma poco sfruttata.
Un presidente di un ente privato, riferendosi alle bellezze e alle potenzialità in termini di turismo della Fascia Appenninica, affermò alcuni anni fa: “Siamo seduti su un pozzo di petrolio e ancora non ce ne siamo accorti…”