No ai No all’attacco: “La Comunanza non si occupa di ambiente”

valsorda val di ranco

Una vera turbolenza che si è abbattuta all’interno della comunità gualdese da quando, all’insaputa della grande maggioranza dei cittadini e dopo 40 anni di assenza e di volontaria chiusura, è stata resuscitata la Comunanza Agraria Appennino Gualdese ad opera di un piccolo gruppo di cittadini legati al Comitato Pro Acqua“.

E’ questo il primo concetto espresso da un lungo comunicato stampa del Comitato No ai No che porta la firma di Mara Loreti.

Il comitato asserisce che il vero obiettivo della ricostituita Comunanza non è quello di occuparsi della conservazione delle terre e dello sviluppo turistico/ambientale di Gualdo Tadino, ma quello di contrastare “una delle poche aziende locali che riesce a garantire sviluppo e occupazione ed ha, inoltre, piani di ulteriore ampliamento, con ovvie opportunità occupazionali“. Sempre secondo Mara Loreti, portavoce in questa occasione, solo da quando è stato istituito il “No ai No” si è potuto assistere ad un dibattito sulla stampa per parlare di statuti, piani di gestione delle terre gravate da uso civico, di titolarità e proprietà.

Il comitato segnala che, in termini di proprietà, la Regione Umbria tramite il responsabile degli usi civici Francesco Grohmann ha fatto chiarezza: “La sentenza del 7 marzo 2016 non riconosce alcuna proprietà alla Comunanza Appennino Gualdese, ma solo il dominio collettivo dei beni. La Comunanza non è soggetto proprietario dei beni”. 

A quasi due anni dalla sentenza di riconoscimento dell’ente montano – recita il documento del Comitato No ai No – ancora non siamo a conoscenza del Piano di gestione delle Terre ad uso civico, sollecitato anche dal Commissario degli Usi Civici, che nell’udienza dell’8 dicembre 2016 ha imposto alla Comunanza la redazione di un progetto di gestione delle terre. Nessuno può privarci dei diritti sulle nostre terre e tanto meno uno sparuto numero di cittadini aderenti a questo rinato ente montano“.

Il Comitato segnala anche la mancanza di dialogo con la Comunanza: “Non comunica, usa toni aggressivi sui social, diffida, querela, fa ricorsi al TAR ma non si occupa di ambiente. Non riconosce proprio l’ambiente, infatti fa piombare a Valsorda una numerosa mandria di bovini, i cui proprietari pagano l’affitto per il pascolo, ma non si preoccupa della tanta acqua che giornalmente consuma una mucca. Tanto c’è quell’unico e insignificante laghetto, che invece è un raro laghetto carsico naturale!“.

Il documento a firma di Mara Loreti torna anche sulla trasmissione di LA7, La Gabbia Open, che lo scorso giugno mandò in onda un servizio su Gualdo Tadino. “Si è spacciato a livello nazionale che il ricchissimo e prezioso bacino carsico della valle del Fonno sia ridotto a quel rigagnolo indicato nel filmato, proveniente da un tubo di plastica che non si capisce bene a cosa fosse collegato. Invece il nostro bacino fornisce una disponibilità idrica annua notevole, di cui solo il 10% viene utilizzato“.

Il documento dei No ai No riporta in allegato anche un elenco di interventi di valorizzazione ambientale e ricreativo effettuati nel territorio di Gualdo Tadino, frutto della collaborazione tra le amministrazioni che si sono succedute negli anni e l’associazionismo ambientale gualdese. Fra le tante citate: la dichiarazione di Area SIC/ZPS monte Maggio e monte Nero, il riconoscimento di Valsorda come una delle tre stazioni di fondo e sci escursionismo, i tanti raduni a frequenza annuale effettuati dal 1984, la sistemazione di rifugi, l’eliminazione del “trincerone” per accedere a Valsorda anche nei periodi invernali e tanti altri. “Quindi quanto deve riconoscere alla comunità di Gualdo Tadino in questi quaranta anni la Comunanza? – conclude il documento.

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Redazione Gualdo News
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