La popolazione della Fascia Appenninica è sempre più anziana. Lo avevano sottolineato nei giorni scorsi anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil, evidenziando la pesante situazione di crisi che sta attraversando questo territorio, e ora arrivano anche i dati elaborati dal Circolo Acli “Ora et Labora” di Fossato di Vico, illustrati presso il municipio di quel Comune dal presidente della stessa associazione, Sante Pirrami, e dal professor Paolo Montesperelli. Si tratta della prima ricerca sugli over 65 nei territori dei Comuni di Costacciaro, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Gubbio, Nocera Umbra, Scheggia e Pascelupo, Sigillo e Valfabbrica.
La percentuale di popolazione over 65 è più alta rispetto alla media nazionale: 26,34% contro il 25,1% che si registra in Italia. In termini numerici sono 16.758 su un totale di 63.605 abitanti, con Scheggia e Pascelupo a guidare questa speciale classifica con una incidenza del 32,64%. A Gualdo Tadino la percentuale di anziani è del 26,42%, a Gubbio del 25,56%. La più bassa a Sigillo con il 24,7%.
Il maggior numero di over 65 fa parte della fascia definita “anziani” che va dai 75 agli 89 anni (7.923), superiore anche ai “giovani anziani” che vanno dai 65 ai 74 anni (7.621). Secondo i ricercatori questa asimmetria potrebbe essere ricondotta al fatto che i nati che oggi hanno tra i 75 e gli 89 coincidono con un periodo storico (dagli anni ’30 al 1942) molto particolare nel quale vennero premiate le famiglie prolifiche. Numerosi anche gli ultranovantenni, presenti in 1.214.
Il comune di Costacciaro ha una presenza, nella fascia “anziani”, di un 15,25% superiore a tutti gli altri comuni presi in esame. Mentre Scheggia e Pascelupo detiene la bandiera dei novantenni (5,78%), doppiando e persino triplicando altri comuni. Fossato di Vico, sia per le fasce “anziani” sia “grandi anziani”, chiude la graduatoria rispettivamente, con 11,8% e 1,13%.
Gli anziani più avanzano con l’età e maggiore è la condizione familiare di vivere soli. “A riguardo, è sconcertante che gli over 90 siano per il 46,37% anagraficamente soli. Da una lettura di superficie si può dedurre che la condizione di vivere anagraficamente soli con l’avanzare dell’età dipenda, forse, da problemi di congiuntura economica negativa. Ma in realtà la condizione degli anziani e in particolare degli over 90, è convivente – nella prassi comune – in prossimità e persino all’interno delle famiglie, nonostante risulti vivere solo. Secondo l’Istat è la nuova trasformazione delle famiglie, dopo gli anni ’80, che dipendono da una diversa sequenza e durata delle varie tappe di formazione, passando da una struttura ad arcipelago (famiglie plurinucleari e plurigenerazionali, cioè componenti di diverse fasce di età) a una struttura ad atollo (famiglie mononucleari e o monogenerazionali)”, ha evidenziato Sante Pirrami.
Gli ospiti delle residenze per anziani (213) sono numericamente pochi rispetto al totale degli anziani (16758) residente negli otto comuni. Dato questo che mostra una sostanziale autosufficienza della popolazione degli anziani e una buona predisposizione, da parte delle famiglie, a una convivenza allungata e plurigenerazionale (con giovani e anziani).