Coronavirus, 14 morti in Umbria. 17 unità speciali gestiranno i non ricoverati.

Sale a 13, 8 nella provincia di Perugia e 5 in quella di Terni, il numero dei deceduti in Umbria in seguito all’infezione prodotta dal virus Covid-19. Ai 9 pazienti deceduti, dei quali è già stata data comunicazione fino al 20 marzo, si aggiungono altri 5 morti, di cui una signora di Stroncone di 85 anni deceduta questa mattina e ricoverata a Terni dallo scorso 7 marzo e un paziente di 70 anni di Città di Castello deceduto a Perugia.

Dai dati aggiornati alla mezzanotte del 20 marzo, 462 persone in Umbria risultano positive al virus, i guariti sono 5: è stato dimesso e dichiarato guarito un paziente in cura all’ospedale di Terni. A Gubbio registrati oggi, sabato, altri quattro casi positivi, che porta il totale a 15.

Dei 462 pazienti positivi 18 sono di fuori regione: nella provincia di Perugia i positivi sono 329 e 115 in quella di Terni: sono ricoverati in 121 (8 di questi sono di fuori regione), di cui 91 nell’ospedale di Perugia e 22 in quello di Terni. Dei 121 ricoverati, 29 sono in terapia intensiva, 18 nell’ospedale di Perugia e 11 in quello di Terni. Le persone in osservazione sono 2380: di questi, 1602 sono nella provincia di Perugia e 778 in quella di Terni. Sempre alla stessa data risultano 1278 soggetti usciti dall’isolamento di cui 986 nella provincia di Perugia e 292 in quella di Terni. Nel complesso entro le ore 24 del 19 marzo, sono stati eseguiti 2737 tamponi

Sono 17, saranno attive sette giorni su sette – dalle 8 alle ore 20 – e impiegheranno all’incirca 44 medici: questo lo schema predisposto dalla Direzione regionale alla Salute per l’attivazione delle unità speciali per la gestione dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitino di ricovero ospedaliero.   

“Le unità speciali – spiega il direttore Claudio Dario – lavoreranno in sicurezza e ci teniamo a rassicurare i medici che sceglieranno di dedicarsi a questa attività.  La Protezione civile sta acquistando 500 mila mascherine e si sta adoperando per far sì che le aziende sanitarie abbiano a disposizione i dispositivi di protezione individuale per il personale”. 

“Le Unità – aggiunge – svolgeranno, in collaborazione con gli eventuali infermieri di riferimento, attività di monitoraggio telefonico e domiciliare presso il domicilio dei pazienti affetti da COVID-19 e anche dei pazienti posti in quarantena per sospetta infezione, in base alle segnalazioni dei medici di medicina generale dei pediatri di libera scelta, di continuità assistenziale o dai medici del distretto e del dipartimento di prevenzione”.

“Per quanto riguarda il reclutamento dei professionisti – conclude Dario –  anche in ragione dell’urgenza di conferire gli incarichi, le Aziende richiederanno la disponibilità volontaria e se non si raggiunge il numero stabilito, potranno procedere a chiamata diretta con pubblicazione di avviso aziendale di disponibilità, con scorrimento delle graduatorie aziendali per incarichi a tempo determinato”.

Ai medici per le attività svolte è riconosciuto un compenso lordo di 40 euro all’ora.

In Umbria i medici saranno assegnati dalle aziende sanitarie territoriali alle Unità Speciali territorialmente competenti, affidando il coordinamento delle attività al distretto competente. 

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Redazione Gualdo News
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