La Comunanza Agraria Appennino Gualdese replica alle recenti accuse, da parte del vicepresidente della Regione Umbria Roberto Morroni, di aver diffuso una falsa notizia riguardante l’archiviazione da parte della Regione del progetto di risanamento dell’area della Rocchetta.
L’ente ricorda che la notizia è stata data dopo aver ricevuto una comunicazione dal sindaco di Gualdo Tadino, il che ha spinto la Comunanza anche a presentare un esposto alle autorità competenti e una richiesta di accesso agli atti in Regione e in Comune al fine di comprendere meglio la situazione e le cause che stanno ritardando l’avvio del progetto.
Dopo circa un mese, la Regione ha fornito una risposta definita dai rappresentanti della Comunanza come poco esaustiva e non chiarificatrice dei dettagli del rapporto tra Regione, Comune e azienda incaricata. Anche dal Comune – sottolinea l’ente montano – sono giunte informazioni limitate, ma dalla documentazione emergerebbe una sollecitazione da parte della Regione per l’intervento di messa in sicurezza idraulica del Feo all’interno dell’area di proprietà Rocchetta al fine di ridurre il rischio idraulico determinato dall’intubamento del torrente.
“Cosa è accaduto da novembre ad oggi tra Enti e azienda dopo questa lettera? – chiede la Comunanza – Sembra impossibile questo continuo gioco delle tre carte, inaudito leggere di chi è pronto a stracciarsi le vesti, da Gualdo a Perugia, a levare ancora il grido contro la Comunanza, estranea a carteggi e decisioni che sembrano sempre più oscuri, con un progetto che è fermo all’angolo da novembre.”
L’ente presieduto da Nadia Monacelli accusa alcuni politici di tuonare “forte e con sdegno sulla carta stampata e nelle interviste, ma cosa dire del silenzio assordante verso le responsabilità che sono state contrattate da Regione e Comune con l’azienda, pena la sospensione della concessione?” insistendo sulla necessità di procedere con urgenza al risanamento dell’area.
Tra le questioni sollevate dall’ente vi è anche la forte preoccupazione per la pubblica incolumità e il “sacrosanto diritto (dei gualdesi, ndr) di ritornare nei propri luoghi dopo undici anni dall’alluvione.”
La Comunanza dichiara la propria disponibilità immediata a lavorare su un progetto “condiviso e non blindato e calato dall’alto che esclude i titolari del terreno. Vogliamo che la valle Rocchetta torni al più presto fruibile e godibile come lo era originariamente.”