Nei giorni scorsi alcuni siti brasiliani hanno diffuso la falsa notizia della morte di Padre Fulgenzio Monacelli, 86 anni, il frate cappuccino gualdese per tanti anni missionario in Brasile, in particolare a Manaus.
Per smentire la notizia è dovuta intervenire la pagina ufficiale del religioso, redatta interamente in portoghese, che con in un post scrive che il frate “è vivo e sta bene“ e che “le voci della sua scomparsa sono mera speculazione“.
Padre Fulgenzio, nativo di Grello, aveva lasciato il Brasile nel 2018 per tornare in Italia a causa di problemi di salute. Da quel momento non ha più potuto fare ritorno in Amazzonia, nonostante il suo desiderio di tornare tra la comunità che aveva servito per tanti anni.
Padre Fulgenzio Monacelli raggiunse lo stato brasiliano nel 1965, intraprendendo un lungo cammino di fede e solidarietà. Prima vice-parroco, poi parroco nelle città di Benjamin Costant e successivamente a Manaus, il cappuccino gualdese ha dedicato la sua vita alla missione, diventando un punto di riferimento per la comunità locale. Nel 1983 venne nominato parroco della chiesa di São Sebastião, nel cuore della capitale amazzonica, dove ha lasciato un’impronta indelebile con il suo impegno sociale e religioso.
Negli oltre 50 anni di servizio in Brasile, Padre Fulgenzio ha promosso numerose iniziative per il benessere dei giovani, creando una squadra di pallavolo femminile legata alla sua parrocchia. Appassionato di musica, ha fondato e diretto cori locali, diventando una figura amata da tutta la comunità.
Nel 2013 il Comune di Gualdo Tadino gli ha conferito il Premio Beato Angelo per la solidarietà.
Padre Fulgenzio, che attualmente vive in un convento a Perugia, non era l’unico della sua famiglia ad aver abbracciato la vita missionaria: anche suo fratello Mario, scomparso nel 2008, aveva scelto di diventare cappuccino e di mettere la propria vita al servizio degli altri, sempre in Amazzonia.