Si sono svolti oggi pomeriggio ad Assisi, nella chiesa dell’Istituto Serafico dove lavorava, i funerali di Eliza Stefania Feru, la prima vittima di femminicidio del 2025 in Italia, uccisa nei giorni scorsi nella sua casa di Gaifana dal marito Daniele Bordicchia, che poi si è tolto la vita.
Alle esequie erano presenti anche la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, e i sindaci di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, Nocera Umbra, Virginio Caparvi, e il vicesindaco di Assisi Valter Stoppini.
La cerimonia funebre è stata presieduta dal vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino Domenico Sorrentino che ha invitato tutti, sulla tragica vicenda, a non mettere in piazza sensazioni, opinioni spesso senza fondamento solo per il gusto di parlare. “Il silenzio rispettoso e orante è l’unica reazione degna della nostra umanità ferita”, ha detto il vescovo nell’omelia.
“Noi sappiamo solo, e dobbiamo con forza dire, di fronte a questo primo femminicidio dell’anno, occorso nella nostra Umbria così segnata dalle grazie di Francesco e di tanti Santi, posto dentro una serie incredibile e inaccettabile di simili storie dolorose, che una cosa del genere non doveva capitare”, ha sottolineato mosignor Sorrentino.
La sorella di Eliza ha ricordato la sua bontà, come ribadito anche da Francesca Di Maolo, presidente del Serafico, istituto diocesano specializzato nell’assistenza di bambini e ragazzi con gravi disabilità, dove Eliza lavorava come operatrice socio-sanitari. I colleghi hanno scritto un commosso ricordo della ventinovenne che da poco era stata assunta a tempo indeterminato.
La presidente della Regione, Stefania Proietti, ha evidenziato che “il sacrificio di Eliza deve portare le nostre istituzioni ad adoperarsi senza sosta sul fronte della formazione e della promozione di percorsi educativi delle giovani generazioni e di intercettazione e presa in carico di situazioni difficili. Abbiamo il dovere di educare al rispetto della vita e delle donne, dei diritti inviolabili di ciascuno. Ognuno di noi è chiamato a non girarsi dall’altra parte, altrimenti rischiamo di non fronteggiare quella che sta diventando una vera emergenza sociale. L’impegno – ha concluso – è di contrastare con ogni forza e ogni mezzo la violenza di genere e valorizzare e sostenere i nostri centri antiviolenza dove le donne vittime di soprusi possono rivolgersi”.