Oltre 6.000 cittadini dicono “no” agli impianti eolici di grandi dimensioni nell’Appennino umbro-marchigiano.
Sono infatti 6.599 le firme raccolte dalla petizione promossa da volontari e da diverse associazioni consegnate lo scorso 23 gennaio all’Assemblea Legislativa della Regione Umbria. Un’azione che ha coinvolto non solo le comunità locali, ma anche sostenitori provenienti da fuori regione, con l’obiettivo di fermare progetti ritenuti insostenibili per l’ambiente, il paesaggio e l’identità culturale del territorio. Particolarmente significativo il risultato ottenuto a Nocera Umbra, dove sono state raccolte 630 firme.
I sostenitori denunciano il rischio che l’Appennino venga trasformato in un’enorme area industriale a causa della proposta di costruire 69 aerogeneratori, alti tra i 180 e i 200 metri, sui crinali dei monti nei comuni di Foligno, Trevi, Sellano, Valtopina, Nocera Umbra e Gualdo Tadino. A questi si aggiungono ulteriori 32 aerogeneratori previsti nelle aree limitrofe delle Marche. Secondo i promotori della petizione, tali interventi comporterebbero danni irreversibili al territorio.
L’impatto dei progetti, spiegano i promotori, sarebbe devastante sia per l’ambiente che per le comunità locali. La realizzazione degli impianti comporterebbe la cementificazione di vaste aree, con la costruzione di piazzole, strade di accesso e cavidotti, alterando irreparabilmente il paesaggio e mettendo a rischio il patrimonio naturale e storico-archeologico.
Nella petizione viene evidenziato che gli interventi di disboscamento con l’abbattimento di piante secolari quali querce, cerri e faggi, necessari per fare spazio agli impianti, metterebbero in pericolo la vita di animali e vegetazione, mentre i lavori aumenterebbero la vulnerabilità del territorio a frane e dissesti idrogeologici, aggravando una situazione già fragile.
A essere compromessa, secondo i promotori, sarebbe anche la prospettiva di sviluppo economico delle aree interne, che puntano sul turismo, l’agricoltura e la valorizzazione delle eccellenze locali. L’introduzione di grandi impianti eolici viene giudicata incompatibile con politiche tese a combattere lo spopolamento e a promuovere la crescita delle attività tradizionali del territorio.
La petizione chiede alla Regione Umbria di ascoltare le comunità locali e di garantire un processo legislativo trasparente, con il coinvolgimento diretto di cittadini, associazioni e amministrazioni.
Viene sollecitata principalmente la definizione di una mappatura regionale che individui in modo chiaro le aree non idonee alla costruzione di impianti eolici, dichiarando l’intera fascia dell’Appennino umbro-marchigiano off-limits per interventi di grande e media taglia. Viene inoltre proposta l’adozione di soluzioni energetiche alternative, come le Comunità Energetiche Rinnovabili, che possano coniugare la transizione ecologica con il rispetto del territorio.
Con oltre 6.000 adesioni, raccolte sia in forma cartacea che attraverso piattaforme online come Change.org, i promotori auspicano l’avvio di un dialogo costruttivo con la Regione. La petizione sarà inviata anche a Provincia di Perugia, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), Ministero della Cultura e ai Comuni di Foligno, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Trevi, Sellano e Valtopina.