Un sentimento di gioia, ma anche di continuità e speranza, accompagna le parole con cui monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, ha voluto salutare l’elezione di Papa Leone XIV. Una riflessione carica di affetto e significato, che riconosce nel nuovo Pontefice il segno di un’eredità spirituale che si rinnova.
“La gioia di un Papa nuovo non ci fa dimenticare la bellezza del Pontificato di papa Francesco, ma insieme ci apre al futuro”, ha dichiarato Sorrentino, sottolineando l’emozione suscitata dalle prime parole del nuovo Pontefice: “Papa Leone XIV ci ha subito incantato, in linea con papa Francesco, dicendoci una parola di pace, ricordando tuttavia che la pace fu il saluto di Cristo Risorto ai suoi apostoli la sera di Pasqua”.
Nessuna rottura, dunque, ma un filo che lega pontificati diversi nella stessa fedeltà al Vangelo. “Aver preso il nome di Leone XIV – spiega il vescovo – non è stato certo prendere le distanze né da Francesco di Assisi né da papa Francesco. Nella Chiesa, con diversi accenti e sensibilità, tutto si tiene. Pietro è la roccia: ‘Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa’”.
Un legame particolare unisce Papa Leone XIV anche al territorio guidato da Sorrentino: l’anno scorso, infatti, l’allora cardinale Prevost visitò il monastero agostiniano di Santa Maria di Betlem a Foligno in occasione del 50esimo anniversario della sua fondazione. E proprio l’ordine agostiniano, insieme a quello francescano, è tra le realtà spirituali più presenti e vitali in questa parte dell’Umbria.
L’accento del nuovo Papa, secondo il vescovo, richiama figure altissime del passato. “San Leone Magno fu il Papa che fermò Attila ed insieme arginò l’eresia riguardante l’identità di Cristo, cuore della Chiesa. Nel secondo Millennio, a papa Leone XIII si deve un grande impulso all’incontro della Chiesa con i problemi sociali, Papa della Rerum Novarum, seguito da un economista beato, Giuseppe Toniolo, al quale sono dedicate le nostre due scuole, quella socio-politica ad Assisi e quella dell’economia della fraternità a Foligno”.
Non è passato inosservato neppure il giorno dell’elezione, che ha coinciso con la Supplica alla Vergine del Santo Rosario di Pompei. “Papa Leone XIII fu per eccellenza il Papa del Rosario, trovando nel Beato Bartolo Longo un collaboratore straordinario”, ha ricordato Sorrentino, collegando questa scelta simbolica alla devozione che ha accompagnato gli ultimi giorni di papa Francesco e il periodo di discernimento per l’elezione del nuovo Papa.
“Caro Papa Leone – conclude monsignor Sorrentino – la Città della pace ti abbraccia e ti aspetta. Ti abbracciano le due diocesi a me affidate di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno. Qui ti aspettano tanti consacrati, soprattutto figli e figlie di Francesco e Chiara, ma anche tante realtà agostiniane”.
E tra le attese c’è anche quella per la canonizzazione del beato Carlo Acutis: “Il Signore ha voluto riservare a te questo dono preparato da papa Francesco. Ci auguriamo che questo ragazzo speciale, venuto a farsi santo ad Assisi, illumini di cielo gli inizi del tuo Pontificato”.
Infine una preghiera, un augurio e un abbraccio: “Siamo in preghiera per te e in comunione con te. Abbiamo accolto con immensa gioia la tua prima benedizione e ti auguriamo buon lavoro”.