Riceviamo e pubblichiamo un articolo a firma di Simone Cappellini. I lettori possono inviarci i propri scritti all’indirizzo redazione@gualdonews.it. La decisione sulla pubblicazione spetta unicamente alla redazione.
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Il parcheggio in centro è democratico, e la sua caratteristica principale è di essere comune a tutti: cittadini, clienti, turisti, lavoratori e residenti senza distinzione. Ciascuno ha il sacrosanto diritto di parcheggiare dove vuole, rispettando il codice stradale. L’unico appello possibile è quindi verso la sensibilità delle persone. Niente altro.
Prendiamo un esempio concreto e riflettiamoci su.
Il Punto Enel di Francesco Cioli offre contratti di fornitura elettrica e gas, ed è situato in corso Piave proprio davanti a piazza san Donato. Svolge la propria attività con i classici orari feriali ovvero quando maggiore è l’afflusso di cittadini in centro. E’ una delle svariate attività del centro con tipologia di clienti ‘mordi e fuggi’, che passano per chiedere informazioni e servizi rapidi.
Anche tabaccherie, bar, ferramenta, alimentari hanno questa tipologia di clientela. Il Punto Enel è servito da un comodo parcheggio che conta sette posti auto, condivisi però con altre 4-8 attività: un rapporto già di per sé abbastanza critico.
Sono certo che se in centro storico ogni attività avesse avuto uno o due posti auto riservati, ci sarebbe stata massima attenzione, e ognuno avrebbe presidiato il posto per i propri clienti.
Il parcheggio in comune finisce invece per creare una situazione molto differente. Francesco Cioli come lavoratore del centro è sensibile a questa problematica e nei periodi più freddi parcheggia la propria auto nella zona libera del parcheggio ex Orti Mavarelli, mentre d’estate viene in moto. Insomma, ci mette la sua dose di sensibilità.
E’ evidente che occupare quel piccolo parcheggio con auto ‘diverse’ da quelle dei clienti crea un disservizio a questa attività, cioè un danno economico a un esercente nonostante questo faccia la sua parte.
Non stiamo parlando di un titolare che parcheggia davanti alla propria attività: quello in gergo calcistico è un autogol, e preferisco non commentarlo.
Immaginiamo che io, Simone Cappellini, titolare di un’ipotetica attività in centro vicino al punto Enel, sia aperto al pubblico in altri orari rispetto al Punto Enel stesso. Quindi quando sono chiuso lascio la macchina a san Donato, perchè tanto non tolgo posti auto alla mia attività. Non mi danneggio ugualmente?
Sì, se sottraggo continuamente posti auto al punto Enel o ad altri che invece sono aperti, e questi decidono di chiudere, viene penalizzato tutto il contesto: un’altra serranda abbassata crea un’immagine negativa, triste che va a discapito di tutti e quando ormai è successo è troppo tardi per rimediare. Se il punto Enel invece di chiudere decide ‘solo’ di spostarsi verso un centro commerciale, potenzia i miei concorrenti diretti e indiretti.
Potremmo ragionare su molte teorie: sul fatto che in centro storico debbano esistere attività che puntano sull’unicità del prodotto, per cui la gente è disposta a cercare un parcheggio per ore; potremmo dire che ha sbagliato Francesco (è una provocazione eh..) a posizionare la propria attività ‘generica’ proprio in centro. Ma in questo periodo la scelta che possiamo fare non è tra un Punto Enel ed un’altra attività. Più realisticamente è tra una serranda aperta o chiusa, a discapito di tutto il centro storico! Quindi l’auspicio è che tutti coloro che vivono quotidianamente il centro, sia lavoratori che residenti, si sensibilizzino al problema.
Lasciare i parcheggi liberi in centro è un segno di rispetto per chi ci sta vicino. Se in centro ci sono attività che funzionano, renderle più accessibili significa valorizzare il buon lavoro che sta facendo il titolare ed i suoi dipendenti.
Questo non salverà tutte le attività, anche nei centri commerciali c’è un ricambio fisiologico, ma è un gesto di responsabilità e rispetto che ciascun residente e lavoratore può fare per i propri colleghi e, vedi sopra, anche per sè stesso.
“Facciamo Centro” lo possiamo fare tutti i giorni della settimana lavorativa, parcheggiare a 50 metri di distanza significa due minuti persi, ma un grande servizio per molti altri colleghi. Ci sono parcheggi a un passo dal centro, come quello vicino casa Gubbiotti, che sono costantemente semi vuoti.
PS: E’ superfluo dire che il ragionamento vale per tutti i piccoli parcheggi del centro: San Francesco, Piazza Martiri, Piazza Garibaldi, ecc. Ho sfruttato Francesco Cioli come esempio perchè ha democraticamente accettato di essere preso in esame, a sua insaputa 🙂
Con la speranza che questo articolo possa ricevere condivisioni e una proficua presa di coscienza da parte di molti!
Simone Cappellini