Un incontro al femminile, aperto a tutti, per raccontare storie di vita che arrivano dritte al cuore di chi le ascolta. E’ quanto realizzato nell’auditorium della Scuola dell’Infanzia dal Comune di Sigillo, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, con il convegno “Insieme fermiamo la violenza sulle donne”.
“Un momento di approfondimento per il nostro territorio – ha detto la vicesindaco Annalisa Paffi – su una tematica che è ormai da troppo tempo un’emergenza quotidiana nel nostro Paese. E’ fondamentale fare rete per sostenere le donne vittime di violenza. Una violenza che non è soltanto fisica ma anche psicologica, verbale ed economica. Iniziative di confronto come questa accendono la consapevolezza delle donne e valorizzano l’impegno di quanti, ogni giorno, operano per contrastare questo fenomeno, come i Centri antiviolenza. In più ci fanno capire che è necessaria la collaborazione di tutti, della politica, della legge, della scuola, degli uomini e delle donne, per un cambio di rotta nella nostra società”.
L’incontro, volto a promuovere soluzioni e prospettive sociali nuove, ha visto la partecipazione di un numeroso pubblico e ospiti autorevoli, tra cui l’avvocata Cristiana Olivieri, intervenuta con una panoramica sugli aspetti normativi di natura penale e civile, volti a contrastare gli atti della violenza di genere.
In particolare, Olivieri si è soffermata sulla convenzione di Istanbul, un primo strumento internazionale giuridicamente vincolante, volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza, riconoscendo tra i suoi articoli che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani. La relatrice ha parlato poi del Codice Rosso, che nel 2019 ha introdotto una corsia preferenziale nella trattazione dei reati contro le donne e ne ha aggiunto di nuovi e altre aggravanti.
Toccante la testimonianza riportata dalla Olivieri di una donna, da lei assistita come avvocata, che per 27 anni ha subito maltrattamenti dal marito, un caso concreto che ha messo in luce la paura, lo stato d’animo, la dura realtà comune a tante donne.
Al tavolo delle relatrici anche Marta Picchio, docente di Sociologia generale dell’Università di Perugia, con un approfondimento sulle radici socioculturali e le forme più insidiose della violenza contro le donne: “Informazione e formazione sono fondamentali anche nei centri più piccoli – ha detto – Negli ultimi decenni ci sono stati molti interventi legislativi, ma c’è ancora tanta strada da fare per contrastare la violenza e raggiungere la parità di genere. La cultura patriarcale e maschilista ha la capacità di infiltrarsi nella vita quotidiana in modo subdolo e, ancora oggi, spesso sono le donne che continuano a trasmetterla. Anche il linguaggio riveste un ruolo significativo, in quanto si trasforma insieme alla società, ecco perché è importante declinare al femminile le parole. Altro aspetto da non trascurare è quello di investire nelle nuove generazioni con una formazione che parte dai primissimi anni di vita, per coltivare il rispetto e sradicare gli stereotipi di genere”.
Nel corso dell’iniziativa Alessia Rinaldoni, operatrice del Centro Antiviolenza di Gubbio, ha illustrato il servizio offerto dalla struttura, attiva nella zona sociale 7: “I Centri Antiviolenza in Umbria – ha spiegato – nascono nel 2014 per dare una risposta alla violenza di genere e creare dei luoghi ai quali rivolgersi in caso di necessità. Il Centro di Gubbio è stato inaugurato nel 2021 con l’intento di dare vita a uno spazio sicuro e accogliente, dove una donna può sentirsi libera di raccontare la propria storia e strutturare insieme agli esperti un percorso di fuoriuscita. Da inizio anno al Centro antiviolenza di Gubbio sono arrivate 215 chiamate da parte di donne vittime di violenza, 149 i colloqui effettuati, e 31 le donne seguite”.
Infine un ulteriore contributo è stato portato da Brunetta Bellucci, volontaria di Emergency dal 2003, che ha raccontato l’attività dell’associazione e l’impegno della stessa, sia nella cura delle vittime di guerre sia nei confronti della salute delle donne.