Dieci anni di dure battaglie legali dalle quali, grazie alla sua tenacia e alla capacità dei suoi legali, è riuscito a dimostrare la propria innocenza.
In questo lungo lasso di tempo ha dovuto subire il carcere e i domiciliari, essendo stato accusato di un ricatto che non c’è mai stato. La verità alla fine è venuta a galla e la Corte di Appello di Firenze lo ha assolto da tutte le accuse “perchè il fatto non sussiste.”
Massimiliano Parlanti, 54enne di Gualdo Tadino, si era rivolto al tribunale fiorentino per chiedere la revisione del primo processo, dal quale era uscito con un patteggiamento che aveva dovuto richiedere, senza peraltro ammettere la colpa, per evitare il rischio di perdere anche il posto di lavoro.
Il 31 maggio del 2013 Massimiliano Parlanti venne arrestato con l’accusa di estorsione. All’epoca, dopo essere stato anche candidato sindaco a Gualdo Tadino nel 2009, era un esponente di spicco del Comitato “No Cave” che si batteva contro l’ampliamento dell’attività estrattiva sulle montagne gualdesi.
Finì improvvisamente in una vera e propria trappola, tesagli da chi lo voleva fuori dai piedi, nella quale vennero trascinati anche gli investigatori dell’epoca.
Sin da subito professò la propria innocenza dichiarandosi, a ragione, vittima di una macchinazione.
Da quel momento Massimiliano Parlanti iniziò il lungo percorso per ristabilire la verità. Assistito dagli avvocati Emma Contarini e Francesco Falcinelli e avvalendosi di un consulente privato, riuscì a raccogliere prove e testimonianze grazie alle quali sporse denuncia ai Carabinieri della Compagnia di Gubbio per calunnia nei confronti di un imprenditore e di un suo collaboratore.
Le nuove indagini condotte dai militari dell’Arma portarono al rinvio a giudizio dei due, che però uscirono dal processo grazie all’intervenuta prescrizione.
Contemporaneamente Parlanti chiese la revisione del processo dinanzi alla Corte di Appello di Firenze, che la concesse, scagionandolo poi pienamente da ogni accusa e ristabilendo definitivamente la verità dei fatti.
“La fine di un incubo per me, per la mia famiglia e per tutte le persone che mi vogliono bene“, ha commentato al Tgr Umbria Massimiliano Parlanti.
“La Corte di Appello di Firenze aveva prima dichiarato ammissibile il giudizio di revisione, che passa attraverso un rigorosissimo vaglio, ha ritenuto fondata l’istanza di revisione e finalmente ha assolto, con la formula più ampia prevista dal nostro ordinamento giuridico, Massimiliano Parlanti che ha così ottenuto la giustizia che cercava”, ha detto ai microfoni della Rai l’avvocato Francesco Falcinelli.