La competizione. L’adrenalina. La tensione palpabile dell’ultima gara, la corsa a pelo. Quella decisiva.
San Martino era in testa alla classifica provvisoria dei Giochi de le Porte, con il Palio a portata di mano. Un anno di preparazione e di sacrifici che stavano per essere premiati.
Emanuele Barberini, in groppa al giovane somaro Bombolino, stava conducendo la gara. Ma il destino, si sa, ama tirare brutti scherzi. San Martino questo rischio lo conosce bene: nel 1999, con la vittoria in tasca, vide il proprio somaro Pallone bloccarsi a pochi metri dal traguardo a causa del flash di una macchina fotografica.
Ieri pomeriggio, alla curva della fontanella Depretis, dopo tre quarti di corsa condotta in testa, il somaro Bombolino scivola ed Emanuele finisce con i piedi per terra.
Chiunque avrebbe pensato la stessa cosa: rialzare rapidamente il somaro, risalire in groppa e tentare il tutto per tutto. In fondo è noto che nella corsa a pelo ogni metro può riservare sorprese. Il Palio poteva quindi ancora essere contendibile.
Ma Emanuele ha scelto diversamente. Mentre le altre Porte lo superavano, mentre l’opportunità di portare a casa il Palio sfumava definitivamente, lui non ha pensato alla vittoria.
Si è chinato accanto a Bombolino, lo ha accarezzato con dolcezza e lo ha aiutato a rialzarsi. Non si è curato della gara, delle posizioni che cambiavano velocemente. Il suo unico pensiero era per il suo somaro che in quel momento aveva bisogno di affetto, non di agonismo.
E così, anziché correre verso il traguardo, Emanuele ha scelto di accompagnare Bombolino. Non lo ha spinto, non lo ha forzato a riprendere la gara. Si è lasciato sorpassare dagli altri, mentre il pubblico, prima incredulo, poi ammirato, ha applaudito questo gesto carico di amore e rispetto.
Ai Giochi de le Porte il legame tra chi vive la scuderia tutti i giorni e i somari è qualcosa di particolare. Ogni Porta coccola i propri animali per tutto l’anno, li cura, li nutre con affetto e li vede come membri preziosi della comunità. Sono compagni, non semplici mezzi per raggiungere un trofeo.
In quel gesto, Emanuele ha ricordato a tutti una lezione che va oltre lo sport: la vittoria è importante, sì, ma non a ogni costo. Il rispetto e l’amore per gli animali, quel connubio indissolubile tra fantino e somaro, hanno prevalso su tutto.
Bombolino, anche se non ha tagliato il traguardo da vincitore, è arrivato in piazza tra gli applausi, accolto dall’abbraccio del pubblico. Ed è proprio in quel momento che San Martino ha conquistato una vittoria diversa: quella di mettere sempre il benessere degli animali prima della competizione.
Non c’è palio che possa valere quanto quel gesto d’amore. E, forse, è proprio questo il vero spirito dei Giochi de le Porte.