Un contributo fondamentale al cinema italiano arriva da Gualdo Tadino, grazie alla figura di Raffaello Lucarelli, pioniere del cinema muto e regista. Nonostante la sua rilevanza, la storia di questo illustre gualdese è rimasta per molto tempo nell’ombra.
Oggi però la sua straordinaria carriera viene riscoperta e valorizzata grazie al recente libro “Raffaello Lucarelli, il Lumière di Sicilia” di Antonio La Torre Giordano, scrittore, ricercatore, storico del cinema e collaboratore di Rai Storia, Rai Cultura e Rai Documentari, che ne ripercorre la vita e le opere.
Grazie a questo volume, al quale il Comune di Gualdo Tadino ha dato il patrocinio e a cui hanno collaborato anche, per la ricerca archivistica gualdese, Mauro Guidubaldi e Daniele Amoni, viene valorizzata la storia di Raffaello Lucarelli, definito dall’autore “pioniere spericolato e schietto, genio visionario e naif che, sedotto dai fratelli Auguste e Louis Lumière, da Thomas Edison e dal sogno di catturare e riprodurre l’immagine in movimento, rischiò di diventare uno dei padri del cinema italiano, riuscendoci del tutto, suo malgrado.”
Nato l’11 ottobre 1879 a Gualdo Tadino, Lucarelli iniziò la sua avventura nel mondo delle immagini attraverso la “Fotografia Lucarelli”, il negozio di famiglia situato nell’allora piazza Vittorio Emanuele II (oggi piazza Martiri della Libertà), che nutrì e ispirò le sue inclinazioni artistiche.
La passione per l’arte visiva, coltivata in questo ambiente, lo spinse a esplorare nuovi orizzonti, fino a diventare uno dei principali protagonisti del cinema italiano delle origini. Dopo il servizio militare, si trasferì a Palermo, dove fondò, insieme al fratello Lorenzo, la Lucarelli Film, la prima casa di produzione cinematografica siciliana.
Lucarelli non fu solo regista, ma anche fotografo, cineoperatore, documentarista, produttore e gestore di sale cinematografiche. Collaborò con la Pathé, la più grande casa di produzione cinematografica francese dell’epoca, contribuendo a innovare il cinema italiano e internazionale. Pioniere dei cine-giornali e protagonista della Palermo della Belle Époque, Raffaello Lucarelli fu una figura poliedrica e creativa, capace di trasformare la Sicilia in uno dei primi grandi set cine-geografici d’Europa. Alla Lucarelli Film si deve anche la nascita delle prime accademie di recitazione cinematografica a Palermo.
Fornì un sostegno fattivo a Filippo Tommaso Marinetti, che nel 1911 tenne una serie di conferenze sul futurismo al Cinema-Teatro Lucarelli. Fu anche cineoperatore di riferimento della famiglia Florio, incluse tutte le edizioni della Targa, la più antica corsa automobilistica di durata al mondo, e i numerosi eventi patrocinati dal Casato. Supportato dalla famiglia Florio introdusse in Sicilia il “Cinemateathrophon“, un innovativo dispositivo che rappresentava il precursore del cinematografo parlante già in uso nelle sale parigine.
Il legame con la sua città di origine rimase comunque sempre forte. Insieme alla sorella Barbara, rimasta a vivere a Gualdo, Raffaello aprì due sale cinematografiche in centro, una delle quali venne inaugurata il giorno del taglio del nastro dell’ospedale Calai, il 7 agosto 1909, come riportato nel libro di Daniele Amoni “Storie e Microstorie di Gualdo Tadino dal 1860 al 1920” .
Il suo contributo è stato recentemente celebrato anche dall’Università di Milano-Bicocca, che lo scorso 30 settembre gli ha dedicato una giornata di studi curata proprio da Antonio La Torre Giordano. L’evento, organizzato in collaborazione con l’Archivio Storico Siciliano, ha riconosciuto a Lucarelli il merito di essere stato tra i primi cineasti italiani capace di portare il cinema a livelli di eccellenza e di innovazione in un’epoca di grandi cambiamenti.
La riscoperta della figura di Lucarelli non solo dà luce a un cineasta di grande talento, ma permette anche a Gualdo Tadino di rivendicare un posto di prestigio nella storia del cinema italiano. Grazie alla pubblicazione di Antonio La Torre Giordano, Raffaello Lucarelli viene finalmente celebrato per il suo ruolo cruciale nell’evoluzione del cinema, sia a livello nazionale che internazionale.
Il libro arriva alla vigilia del 120esimo della fondazione della Lucarelli-Film (1905-2025), e, come scrive l’autore, “ricolloca il pioniere nel posto che la storia del cinema italiano gli ha riservato: quello di avanguardista di un’utopia chiamata “cinema”.”