Sabato 9 novembre, nella chiesa monumentale di San Francesco a Gualdo Tadino, è stata inaugurata la nuova mostra “Emiliano Alfonsi. L’Enigma del Volto”, curata da Catia Monacelli. L’esposizione, promossa dal Polo Museale con il patrocinio dell’amministrazione comunale e il contributo della Regione Umbria, si inserisce nell’ambito del progetto Me.Tu, Musei e Territori dell’Umbria di Nord-Est.
All’evento di inaugurazione sono intervenuti il sindaco Massimiliano Presciutti e l’assessore alla Cultura Gabriele Bazzucchi, insieme alla direttrice del Polo Museale Catia Monacelli e all’artista.
Alfonsi, già noto a Gualdo Tadino per aver realizzato il Palio di San Michele Arcangelo dei Giochi de le Porte, vinto da Porta San Facondino, torna ora in città con un’esposizione dedicata al tema dell’identità e della spiritualità, esplorata attraverso l’enigma dei volti umani.
La mostra presenta una selezione di 32 opere pittoriche che ripercorrono gli ultimi otto anni di lavoro di Alfonsi, realizzata alla vigilia dei suoi venticinque anni di carriera. Le opere, prevalentemente su tavola e realizzate con la tecnica della tempera all’uovo, sono incorniciate in strutture aggettanti, ispirate alle pale d’altare medievali, con rilievi geometrici impreziositi dalla foglia d’oro. Questo stile permette di superare la bidimensionalità della pittura tradizionale, fondendo il soggetto rappresentato con la cornice stessa.
“Al centro di ogni opera troviamo il volto – ha spiegato Catia Monacelli – Rappresentato con un realismo che si fonde con l’astrazione, il volto non è solo un ritratto, ma un simbolo universale dell’identità e dell’anima. Ogni volto è un enigma, un mistero da svelare, un invito alla riflessione sulla propria esistenza”.
L’artista esplora temi come la dipendenza emotiva e la redenzione, particolarmente evidenti nell’opera simbolo della mostra, “In Silentium”, dove affronta la capacità dell’amore di distruggere e rigenerare, proponendo una riflessione sul dolore e la speranza umana.
“L’Enigma del Volto” invita lo spettatore a un viaggio introspettivo, esplorando fragilità e potenzialità dell’essere umano. Alfonsi, con un linguaggio visivo potente e ricco di allusioni, ci porta a riflettere su noi stessi e sul potere trasformativo dell’arte.
La mostra è visitabile da mercoledì a domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, con ingresso libero. Per ulteriori informazioni, si invita a visitare il sito del Polo Museale.
EMILIANO ALFONSI – NOTA BIOGRAFICA
Emiliano Alfonsi nasce a Roma nel 1980, da diversi anni vive e lavora a Spoleto. Durante gli studi accademici, oltre ad approfondire la pittura da cavalletto, con un particolare interesse per l’arte fiamminga, si dedica allo studio dell’antica lavorazione delle vetrate artistiche e dei mosaici secondo i dettami della tradizione medievale.
Le sue opere a carattere monumentale sono custodite, ad oggi, in più di settanta strutture pubbliche e private. In Italia, ad esempio, ricordiamo la vetrata-lucernario nella platea centrale dello storico teatro Salone Margherita di Roma, mentre altri lavori si trovano in Spagna, Orlando, Repubbica del Benin, Tokio.
Infrangendo il rapporto spazio-temporale tra l’Opera e lo Spettatore, i suoi dipinti raccontano della dimensione dell’essere umano sacralizzato attraverso un meticoloso studio del ritratto come icona o come allegoria. L’antica tecnica della tempera all‘uovo in Emiliano Alfonsi si sposa con figure e volti della contemporaneità.
Numerose ad oggi le esposizioni personali e collettive presso gallerie, musei e luoghi di cultura che lo hanno reso protagonista, restituendo alle sue opere la possibilità di entrare a far parte di prestigiose collezioni.Recente la musealizzazione del dipinto Sacrum tus entrato a far parte della collezione permanente del Museo MAB di Caltagirone.
(ha collaborato Diego Giovagnoli
immagini video: Photo Tales)