Riemerge a Gualdo Tadino un acquedotto cinquecentesco perfettamente conservato

Un importante ritrovamento storico a Gualdo Tadino: durante i lavori di efficientamento della pubblica illuminazione, nei giorni scorsi è riemerso un tratto perfettamente conservato dell‘acquedotto cinquecentesco, opera del Cardinal Antonio Ciocchi del Monte.

La scoperta, avvenuta nell’area tra il convento degli Zoccolanti e Santo Marzio, ha riportato alla luce diverse decine di metri di quella che fu una delle più importanti infrastrutture idriche del territorio. L’acquedotto, realizzato nei primi anni del XVI secolo, collegava le sorgenti di Santo Marzio alla Rocca Flea, principale fortificazione della città.

Lo stato di conservazione è impressionante, sembra essere stato realizzato oggi“, dichiara con entusiasmo la vicesindaco Maria Paola Gramaccia. La Soprintendenza ai beni archeologici ha già manifestato interesse per il ritrovamento e sono in corso contatti con Umbra Acque per valutare le possibili strategie di valorizzazione del sito.

Il manufatto racconta una pagina importante della storia di Gualdo Tadino. Realizzato per volere del Cardinal Del Monte, nominato legato papale nel 1513 in questa strategica “zona franca” tra il ducato di Urbino e lo Stato Pontificio, l’acquedotto fu parte di un ambizioso progetto di rinnovamento urbano. Il sistema idrico alimentò dieci fontane pubbliche, servendo la popolazione gualdese fino al 1896.

Parte dell’infrastruttura andò perduta nel dopoguerra e negli anni ’60-’70 a causa della presenza di una cava e della costruzione di alcune abitazioni. Oggi dell’antico sistema idrico resta come testimonianza più importante una delle fontane originali, realizzata sul fianco della cattedrale di San Benedetto, fontana che porta proprio il nome del suo illustre committente, il Cardinal Del Monte, scolpita dal maestro di San Pellegrino di Gualdo Michelangelo Lucesole, molto probabilmente su disegno del grande pittore Antonio da Sangallo il Vecchio.

Gli esperti ora valuteranno la possibilità di completare l’esplorazione del percorso fino alle sorgenti di Santo Marzio, che potrebbe eventualmente portare nuove interessanti scoperte sul patrimonio storico della città.

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Redazione Gualdo News
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