Venerdì 6 giugno, alle ore 21, il Teatro Talia di Gualdo Tadino ospiterà la presentazione del libro “Tarsis – 3000 anni di storia da Colle i Mori a Col Sant’Angelo”, opera postuma di Fra Mauro, il “frate archeologo” scomparso nel 2018.
Il volume, curato e stampato grazie all’impegno e al sostegno economico degli amici e dei familiari del religioso, raccoglie gli scritti, le intuizioni e le scoperte di una figura che ha saputo unire la spiritualità francescana alla passione per la ricerca storica e archeologica sul territorio.
A condurre la serata, che gode del patrocinio del Comune di Gualdo Tadino, sarà la giornalista Cinzia Tini. Tra gli ospiti interverranno don Dieu Donné Kasereka Taghunza, giovane sacerdote congolese da anni attivo nella pastorale gualdese, e padre Marco Ronca, frate cappuccino del convento presso il Santuario della Madonna del Divino Amore.
Le offerte raccolte dalla distribuzione del libro saranno interamente devolute al progetto “Gualdo per Butembo”, finalizzato alla realizzazione di una infermeria nella città di Butembo, nella Repubblica Democratica del Congo, da anni colpita da violenti conflitti armati.
CHI ERA FRA MAURO – Frate minore cappuccino del Convento della Madonna del Divino Amore, Domenico Di Virgilio (questo il suo nome all’anagrafe) ha dedicato la sua vita alla Chiesa e alla comunità in diversi ambiti. Era una persona dotata di grande sensibilità, tanto da essere molto conosciuto in città per svariati motivi, tra i quali l’essere stato il primo a sostenere che vi fosse un abitato situato in antichità presso Colle I Mori. Nel febbraio 1991 è stato uno dei soci fondatori dell’associazione ArcheoRasina, il cui scopo sociale era la promozione, la ricerca, la conservazione del patrimonio storico-culturale locale e regionale, attraverso la ricerca delle radici dell’identità locale, con la raccolta e lo studio di tutte le fonti possibili.
Fu molto attivo in città anche sotto il punto di vista sportivo dando vita alla Polisportiva Tarsina (nome scelto non a caso, data la sua passione per la storia archeologica di Gualdo Tadino). Molti furono i giovani che negli anni ’70 e ’80 si avvicinarono al mondo dell’atletica, del pattinaggio e della scherma grazie a lui e alla Polisportiva Tarsina che ancora oggi va avanti nella sua attività sociale e sportiva per i ragazzi del territorio.
Ma anche nell’ambito della speleologia il padre Cappuccino ha dato il suo fondamentale contributo. Nel 1977 parlò di una grotta che si apriva sui più alti strapiombi delle Balze di monte Maggio, in cui, salendo dal sottostante Convento della Madonna del Divino Amore, aveva intrapreso con un gruppo di giovani alcuni scavi. Fu chiamata Grotta delle Balze, riprendendo il nome dalla località in cui è situata, dove vennero ritrovate, nel corso degli scavi, numerose ossa subfossili di una fauna risalente alla fase finale del Paleolitico e all’inizio del Mesolitico.
Alla sua figura il Comune di Gualdo Tadino ha intitolato l’impianto indoor di atletica leggera, uno dei pochi presenti in tutto il centro Italia, e la Sala Conferenze di Casa Cajani.













