Si accende il dibattito attorno all’ex stabilimento Rocchetta dopo l’approvazione da parte della Giunta comunale della delibera n. 131/2025 che prevede l’abbattimento dell’immobile. Una decisione contestata dall’Associazione Naturalistica Gualdese che, attraverso un comunicato firmato dalla presidente Mara Loreti, chiede l’annullamento dell’atto e il pieno ripristino del progetto originario dell’Oasi Rocchetta.
“Chiediamo con forza al Comune di farsi promotore dell’esecuzione del Progetto Oasi Rocchetta, comprensivo del recupero dell’ex-stabilimento di imbottigliamento, senza altri indugi“, si legge nella nota, che giudica “inaccettabile” l’abbandono del piano di riuso dell’edificio, inizialmente previsto come museo naturalistico e sede associativa.
In questi giorni il progetto di riqualificazione dell’area Rocchetta è oggetto di confronto presso la Regione Umbria, in un tavolo che vede coinvolti Comune di Gualdo Tadino, Regione, Comunanza Agraria Appennino Gualdese e azienda Rocchetta, con l’obiettivo di arrivare a una soluzione condivisa che restituisca valore naturalistico e fruibilità all’area colpita pesantemente dall’alluvione del 2013.
Il Progetto Oasi Rocchetta, ricordano dall’associazione, nasce nel 2014 in seguito alla devastante alluvione del 2013, su iniziativa del sindaco Massimiliano Presciutti e con il contributo di numerose associazioni del territorio che produssero 17 proposte confluite poi nella convenzione tra Regione Umbria e Rocchetta SpA.
“Vogliamo che la Convenzione sia pienamente rispettata e al più presto attuata, senza modifiche inadeguate o sostanziali – scrive Mara Loreti – “Rinnoviamo dunque con forza la richiesta al Comune di farsi promotore dell’esecuzione del Progetto Oasi Rocchetta, comprensivo del recupero dell’ex-stabilimento di imbottigliamento, senza altri indugi e con ciò chiediamo che venga annullata la delibera“
“Riteniamo che l’attuazione del progetto Oasi Rocchetta, al di là del recupero della stessa fruibilità in sicurezza della Valle del Fonno che attende da molti anni dopo l’evento calamitoso del 2013, sia molto importante per il rilancio d’immagine di Gualdo Tadino, per favorirne la promozione turistica e quindi per dare opportunità lavorative ai giovani in un centro della fascia dell’ Appennino centro-Nord che si sta lentamente spopolando“.