Una delibera “passata di soppiatto”, ma che rappresenterebbe, secondo il consigliere regionale della Lega Enrico Melasecche, un vero e proprio colpo basso per gran parte dell’Umbria.
È questo, in sintesi, quanto afferma il capogruppo leghista in Assemblea legislativa dando un giudizio tranciante della delibera n. 550 del 4 giugno scorso con cui l’attuale amministrazione regionale ha destinato 4,3 milioni di euro, originariamente assegnati al progetto di ciclabili integrate con la Ferrovia Centrale Umbra, ad altri interventi legati a oratori e strutture similari per il Giubileo e agli 800 anni dalla morte di San Francesco.
Melasecche, secondo il quale le spese per i due eventi potevano essere benissimo coperte senza danneggiare gran parte del resto dell’Umbria, è durissimo nel denunciare che “è stata la stessa presidente Stefania Proietti” ad aver portato la delibera in Giunta per l’approvazione, “quella che toglie fondi a oltre trenta comuni e li porta in gran parte nella sua Assisi con un colpo di mano antipatico, senza scrupoli e con pochi precedenti.”
Questa azione, compiuta di soppiatto – prosegue l’ex assessore – è molto più grave della semplice sottrazione di un gruzzolo di milioni ad una serie numerosa di comuni, perché va ad inficiare un progetto di altissimo livello, fortemente innovativo per l’Umbria e sfidante dal punto di vista delle prospettive per lo sviluppo ed il turismo. Voler ingrassare solo Assisi, che tutti abbiamo nel cuore per mille ragioni, appare una mossa improntata ad un egoismo fuori misura.”
Al centro delle critiche vi è il progetto “Goditi l’Umbria in treno + bici”, che prevedeva un’articolata rete di percorsi ciclopedonali collegati alle stazioni della FCU. Un’iniziativa – sostiene Melasecche – capace di coniugare mobilità dolce, turismo sostenibile e valorizzazione del patrimonio storico-naturalistico regionale.
Melasecche sottolinea che “il primo taglio è in danno dei comuni interessati al percorso dell’Antica Via Flaminia che vede capofila il Comune di Sangemini ma che interessa a sud Terni (Carsulae), Narni e Otricoli (Ponte di Augusto e l’Area archeologica Ocriculum). A Nord Acquasparta(San Giovanni de Brutris), Massa Martana (Fonte Fonnaia), Giano dell’Umbria (Villa di Rufione), Bevagna (Foro,Tempio edificio Terme), Foligno (Ponte Centesimo), Valtopina (Le Capannacce), Nocera Umbra (Le Spugne), Gualdo Tadino (Città Romana Tadinum), Fossato di Vico (Ponte Romano di San Giovanni), Sigillo (Ponte Spiano), Scheggia (ponte Voragine), facendo percorrere a ciclisti e camminatori l’antica via consolare, da Roma verso Rimini, la più importante della VI Legio romana ammirando le vestigia che ancora rimangono.”
“Da Fossato di Vico verso Ovest si interseca la ciclabile della ex Ferrovia dell’Appennino Centrale – continua il capogruppo della Lega – una incompiuta da completare, che prosegue verso Gubbio (Comune capofila) e Umbertide dove i ciclisti possono risalire sulla FCU da cui scendono volendo a Carsulae (stazione di Sangemini) e chiudere il percorso, volendo anche in senso contrario
Itinerari che avrebbero messo in connessione aree archeologiche e naturalistiche, promuovendo una fruizione lenta e consapevole del territorio. La ciclabile, nella sua visione integrata, si sarebbe innestata anche sulla ex Ferrovia dell’Appennino Centrale e su altri percorsi in corso di progettazione come la Ciclovia dei Due Mari e la “Via dell’Acqua Assisi-Roma”.
“Questa decisione brutale – denuncia Melasecche – va ad inficiare un progetto di altissimo livello, fortemente innovativo per l’Umbria e sfidante dal punto di vista delle prospettive per lo sviluppo e il turismo”.
L’operazione, secondo il consigliere, sarebbe figlia di un eccessivo localismo e di una gestione parziale delle risorse, che finirebbe per depotenziare l’intero impianto di rilancio della FCU, il cui investimento complessivo si aggira sui 450 milioni di euro.
Il consigliere punta il dito anche contro l’assessore De Rebotti, reo – a suo dire – di voler trasferire fondi destinati a Terni (700 mila euro per una ciclabile attorno al Lago di Piediluco) verso Narni, per risolvere questioni locali come il guado sul Fosso Tarquinio.
Una visione, secondo Melasecche, che rischia di “smantellare irresponsabilmente un progetto il cui ritorno nel medio-lungo termine vale molto di più dei poveri 4,3 milioni che oggi vengono sottratti”.
Infine, l’affondo finale: “C’era proprio bisogno in questo momento di questo atto indegno, alla maniera di Brenno, con una imposizione tutt’altro che francescana facendo valere la legge del più forte?”.
Melasecche lancia un appello alla presidente Proietti affinché ritiri il provvedimento, pena una frattura insanabile tra istituzioni e territori. “Diversamente – avverte – saranno in molti a dolersi di questo scippo e non mancheranno proteste serie e una rottura definitiva anche in questo settore”.