Quando i profumi della norcineria riempivano il cuore di Gualdo: i ricordi della Bottega del Rigalese

Caricamento…

Ci sono luoghi che non appartengono solo alla memoria di una città, ma alla sua identità più profonda. La Bottega del Rigalese, nel cuore di Gualdo Tadino, è uno di questi: un frammento di storia locale che profuma di pane e vita quotidiana.

In questo nuovo episodio di “Waldum – Voci da una città che racconta”, la studentessa universitaria Sara Bossi ci accompagna in un viaggio nel tempo, dentro una delle attività più amate e riconoscibili di Gualdo Tadino.
Attraverso i ricordi di Maria Gabriella e Silvana Pascucci, nipoti di quella famiglia che con dedizione, gusto e spirito comunitario ha reso celebre il nome “Rigalese”, riaffiorano le immagini di una Gualdo che non c’è più: le processioni, le fiere, la vita sopra e dentro il negozio, i profumi della “matanza” e il lavoro incessante di una famiglia unita.
Una testimonianza preziosa, che non parla solo di un’attività commerciale, ma di una stagione di umanità, sacrificio e orgoglio locale che ha contribuito a costruire l’anima stessa della città.

EPISODIO 18 – IL RIGALESE, LA BOTTEGA CHE PROFUMAVA DI STORIA
Maria Gabriella Pascucci mi ha raccontato, insieme a sua cugina Silvana Pascucci, l’attività di famiglia, ricordata con il nome “Rigalese”.

Erano gli inizi del 1900 quando Celestino Pascucci e Luigia Giovagnoli, una donna di Rigali ricordata per la sua brillante personalità, hanno comperato l’albergo Ancona situato in Corso Italia 41 (dove ora si trova il Bystro).

L’albergo all’epoca comprendeva anche la loro abitazione, le camere per gli ospiti, una cucina ed un piccolo angolo di banchi alimentari.

Proprio lì nacquero i loro tre figli: Amerigo, Giuseppe e Antonio.

È da quelle quattro mura che inizia una storia che accompagnerà la nostra Gualdo per molti anni a venire, riconoscendo al territorio e alla famiglia Pascucci l’impeccabile attenzione rivolta al mercato e alla vendita di ottimi prodotti di salumeria apprezzati in tutta Italia.

La loro famiglia era per lo più matriarcale, la nonna pensava a tutto all’interno dell’albergo e solo una volta cresciuti i suoi figli iniziarono ad aiutarla, soprattutto per gli eventi più importanti.

Sì, perchè c’era una sala più grande dentro l’albergo dove venivano celebrate feste che ospitavano tante persone, come matrimoni, ma anche ricorrenze del Comune.

Amerigo e Giuseppe (Il Biondo) gestivano le varie attività, mentre Antonino, maestro di musica e organista, gestiva la cucina.

A partire dal 1949 le famiglie Amerigo e Adalia e Giuseppe e Rina decidono di dare una svolta all’attività e di dedicarsi ad un nuovo inizio: grazie alla direzione dell’ingegner Baciocchi l’intera struttura verrà abbattuta e ricostruita.

L’attività ora inizierà a dedicarsi alla vendita di prodotti alimentari esclusivi e aggiungerà uno spazio per la salumeria.

Gabriella ricorda i bei giorni passati in famiglia, abitavano tutti insieme al piano di sopra, una famiglia composta da 12 persone, 6 nipoti in tutto tra cugini e fratelli.

Le loro giornate ricche di bei ricordi, dove non ci si sentiva mai soli e ci si aiutava a vicenda.

Tempi fatti di musica, canzoni e risate tra giovani mentre gli adulti si davano il cambio tra la norcineria e la casa per controllare ogni dettaglio.

Gabriella ricorda la Processione del Venerdì Santo, quando venivano esposti salami e prosciutti abbelliti con fiocchi di vari colori.

Il primo settembre, per la Fiera delle Nocche, veniva fatta un’esposizione dei prodotti e aveva inizio la lavorazione delle salsicce.

Il primo assaggio, di mattina presto, spettava sempre ai loro figli: Maria Gabriella, Silvana, Luigi, Maria Savina, Maria e Celestino aspettavano con ansia quei giorni di festa dove tante persone si riunivano nel negozio di famiglia per inaugurare il “tempo della matanza”.

Il negozio era sempre strapieno, non esistevano né giorni di chiusura, né ferie.

Ognuno aveva il suo ruolo: Amerigo si occupava della gestione generale, mentre Giuseppe controllava il laboratorio dove lavoravano Franco “il piccione”, Garibaldi, Luciano e anche un norcino esperto che arrivava direttamente da Norcia.

Il padre e lo zio hanno deciso di rinnovare di nuovo l’attività intorno agli anni 70, trasformandolo in uno dei primi supermercati di Gualdo Tadino.

Per il rispetto della tradizione dell’alta qualità di salumi verrà chiamato “La Casa del Prosciutto”.

L’attività chiuderà intorno al 1975, perché i figli di Amerigo e Giuseppe prenderanno strade diverse: chi medico, chi insegnante e chi ingegnere.

Una storia che si ramifica, ma senza mai abbandonare il ricordo e l’amore di quei tempi.

Al di là di quello che il futuro ha riservato per loro, il negozio Rigalese racconta più di 70 anni di storia, in molti lo ricorderanno come il negozio di fiducia, come la norcineria dove andare ‘perchè ha il prosciutto più buono’.

Dai cittadini che si fermavano a comprare il pane fresco, a chi si faceva ore di viaggio per comprare “il prosciutto del Rigalese, perchè voi sicuramente, così buono, non l’avete mai mangiato”.

Un ringraziamento va alla famiglia Pascucci per la cordialità e gentilezza regalata negli anni, punto cardine della città di Gualdo Tadino grazie alla qualità dei loro prodotti, ma anche alle belle persone che hanno portato avanti l’attività.

Articolo precedenteCultura, arte e socialità: il Circolo Opraf di Assisi apre le porte al territorio
Articolo successivoFratelli d’Italia Gualdo Tadino condanna le parole di Landini su Meloni:”Offesa a tutte le donne. Si dimetta”
Redazione Gualdo News
Gualdo News è il nuovo portale di informazione 2.0 della città di Gualdo Tadino.