GUALDO TADINO – Dopo le esternazioni di Ascanio Celestini in occasione dell’inaugurazione del teatro Talia, ecco arrivare le prime reazioni ufficiali. In questo caso si tratta del Gruppo Proposta, che reputa “false e poco documentate” le affermazioni del famoso attore.
Celestini, secondo il gruppo, ha offeso i progettisti Rocchi e Tomassini oltre all’intera città, sindaco in testa. Quindi elenca le risposte alle critiche rivolte: “Il palco sarà attrezzato – dicono dal Gruppo – con tutti gli elementi indispensabili alla funzionalità (funi, graticcio, americana, ecc.) come previsto nel prossimo stralcio funzionale non ancora finanziato. I palchetti saranno rivestiti al loro interno con stoffa da parati di colore sulla scala del rosso. Il parapetto dei palchetti sarà decorato con pitture, fregi e stucchi. Il palcoscenico, al contrario di quanto affermato da Celestini, non poggia su un suolo di cemento armato, bensì su assi di legno sospesi soprastanti i camerini e servizi, risultando così completamente vuoto su tutta la superficie calpestabile. Il pavimento non è un parquet come affermato dal Celestini, ma si compone di tre strati sovrapposti di legno, il primo originale in castagno e due di abete, così come previsto per i teatri per l’elasticità, dovendo accettare chiodi che fissino le scene. Lo stesso palcoscenico ha una sua pendenza, contrariamente a quanto affermato dal Celestini, del 2,50 % come previsto dalle regole di realizzazione. Per il colore fanno fede i numerosissimi teatri storici italiani”.
Gli architetti non vanno a teatro, aveva affermato Ascanio Celestini, allora il Gruppo Proposta controbatte dicendo che “Tomassini si è dimostrato un ottimo professionista, come evidenziano i positivi giudizi ricevuti. E ha avuto l’umiltà e la professionalità di far visita a numerosi teatri umbri e marchigiani, di consultarsi con architetti che avevano avuto simili esperienze, di domandare a varie compagnie teatrali le loro specifiche esigenze e di essersi confrontato quotidianamente con soggetti sensibili al patrimonio storico artistico della città. Il risultato, dopo l’ultimo stralcio dei lavori, non potrà essere che la sintesi dei blasonati teatri storici dell’Italia centrale riuscendo a distaccarsi da possibili e banali realizzazioni imitative”.
“Il Maestro Ascanio Celestini avrebbe fatto più bella figura a documentarsi e a limitarsi a fare il suo lavoro: l’attore” – questa l’ironica conclusione del comunicato del Gruppo Proposta.