Un appello congiunto. E’ quello che i sindaci umbri del centrosinistra dei comuni di Gualdo Tadino, Città di Castello, Fabro, Foligno, Gubbio e Massa Martana hanno fatto per sollecitare “una forte presa di coscienza anche nei livelli istituzionali regionali e locali“. Il riferimento è ovviamente alla nuova stagione politica inaugurata con le elezioni del 4 marzo scorso, quando il centrosinistra e la sinistra nel suo complesso hanno subìto una pesante sconfitta.
“Non si percepiscono segnali tangibili di inversione di tendenza – dicono i primi cittadini – Il tempo sembra essersi fermato e continuano a prevalere purtroppo, tattica, rancori personali, divisioni, riposizionamenti più o meno evidenti, l’esatto contrario di ciò che con il voto gli elettori hanno voluto significarci. Da amministratori locali quotidianamente a contatto con i cittadini e con i loro problemi, sappiamo bene quanto certi modi di atteggiarsi e di fare siano distanti anni luce da quello che una volta da tanti (forse troppi) veniva definito il ‘nostro popolo’.”
Massimiliano Presciutti, Luciano Bacchetta, Maurizio Terzino, Nando Mismetti, Filippo Stirati e Maria Pia Bruscolotti ricordano come “il popolo stesso ha chiesto di invertire da subito la rotta valorizzando le cose che uniscono e vuole proposte forti e credibili per affrontare il disagio crescente e l’incertezza sul proprio futuro“.
I sindaci guardano alle prossime elezioni amministrative come il momento giusto per puntare su questi temi: “Dovranno esserci proposte concrete e candidati frutto della condivisione per costruire programmi e coalizioni coraggiose dove prevalga il rispetto reciproco e la voglia di costruire e di mettersi in gioco, piuttosto che il rancore ed il sospetto“.
“Amministrare la cosa pubblica è una fatica quotidiana che ha bisogno di grande competenza, passione e dedizione nei confronti della propria comunità – concludono i sindaci – Tutte cose che sappiamo e possiamo continuare a fare iniziando a ricostruire insieme a tanti cittadini di buona volontà la casa comune di un nuovo riformismo radicale, perché le ragioni che ci uniscono sono di gran lunga più numerose e profonde di quelle che potrebbero dividerci. Noi ci siamo e siamo pronti a dare il nostro contributo“.