Torna d’attualità il progetto Snam per il metanodotto “Rete Adriatica”, che dovrebbe attraversare il territorio umbro per un tratto di circa 120 km, passando per numerosi comuni della fascia appenninica, tra cui anche Gualdo Tadino per 15 km (tratto Foligno – Sestino). Il metanodotto si inserisce in un progetto che dall’Azerbaijan porterebbe il gas nel Nord Europa e all’origine il tracciato era previsto lungo la costa adriatica, parallelamente alle reti già esistenti. Successivamente, la scelta è stata quella di far passare la tratta italiana (Brindisi – Minerbio) lungo la catena appenninica.
A rilanciare la questione è Stefania Troiani, capogruppo in consiglio comunale a Gualdo Tadino del Movimento 5 Stelle. “Il tubo, ora rinominato “gasdotto del terremoto”, di 120 cm di diametro, posto a una profondità di 5 metri, con una zona di rispetto in superficie larga 40 metri, attraverserebbe zone ad alto rischio sismico e di particolare pregio ambientale, culturale e paesaggistico, la cui valorizzazione costituisce una risorsa fondamentale per lo sviluppo economico delle comunità locali, con il rischio che vengano seriamente danneggiati turismo e prodotti tipici locali – evidenzia l’esponente pentastellata – Sull’opera, così come progettata dalla Snam, hanno già espresso la loro contrarietà numerose istituzioni: già nell’ottobre 2011, la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati si era pronunciata contro tale progetto con voto unanime chiedendo al Governo di disporre la modifica del tracciato al di fuori della dorsale appenninica in ragione “dell’elevato pericolo per la sicurezza dei cittadini dovuto al rischio sismico che metterebbe a dura prova la vulnerabilità della condotta”. Regioni, Province, Comuni si sono espressi anch’essi negativamente sull’opera.”
“A Gualdo Tadino nel 2014, appena insediati in Consiglio Comunale, ci facemmo promotori di un partecipato incontro informativo presso la Pro Loco di Cerqueto e, successivamente, il Consiglio si espresse unanimemente chiedendo di rivedere il tracciato – sottolinea Stefania Troiani – Siccome nel frattempo il progetto andava avanti, abbiamo presentato interrogazioni sia parlamentari che alla Commissione Europea, oltre ai vari interventi in sede regionale e comunale. Recentemente, nonostante il governo sia in regime di “gestione ordinaria”, il Mise ha dato il via libera alla costruzione della centrale di compressione di Sulmona con il decreto del 7 marzo (il gas contenuto nel metanodotto ha una pressione di 75 bar). A seguire, si procederà con la tratta Sulmona – Foligno e il “serpentone” arriverà anche nei nostri territori.”
“La supposta strategicità dell’opera, lo sbandierato interesse superiore non possono calpestare la volontà delle comunità locali. In Abruzzo ci sono comitati, movimenti e cittadini che da anni si battono contro quest’opera e per il 21 aprile è prevista una grande manifestazione organizzata congiuntamente al sindaco di Sulmona, alla quale sono stati invitati tutti i Comuni interessati dal metanodotto. Rete Adriatica, TAP, trivelle, stoccaggi stanno trasformando l’Italia in un hub del gas, nonostante i consumi siano in calo. Mentre si dovrebbe seriamente provvedere a rivedere le politiche energetiche nazionali, nessun cittadino può più rimanere indifferente a questi scempi”, conclude la capogruppo del Movimento 5 Stelle.