Lo scorso 24 agosto un’auto era andata a fuoco nella notte a Cerqueto di Gualdo Tadino, le cui fiamme erano state spente dai Vigili del Fuoco di Gaifana, con il veicolo completamente distrutto. Sin da subito le indagini si sono indirizzate verso un gesto doloso, in quanto i carabinieri avevano trovato poco distante una bottiglia di plastica contenente del liquido infiammabile. Così, dopo neanche un mese, sono arrivati i primi provvedimenti.
Un 48enne residente a Gualdo Tadino è infatti sospettato di essere stato l’autore del gesto. L’auto era di proprietà della ex compagna, con la quale l’uomo aveva presunti contrasti relativi alla gestione dei figli. A suo carico i carabinieri della Stazione di Gualdo Tadino hanno dato esecuzione alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla donna, provvedimento disposto dal Gip di Perugia.
Secondo gli inquirenti il movente sarebbe da ricondurre alla fine della relazione a seguito della quale l’uomo sarebbe stato già denunciato per atti persecutori.
Dopo aver sentito vari testimoni, tra cui l’intestataria dell’auto, e dopo aver esaminato anche le immagini dei circuiti di videosorveglianza di abitazioni della zona e dei distributori di carburante della città, gli investigatori hanno indirizzato le indagini – come spiega la Procura di Perugia – nei confronti dell’ex compagno della proprietaria dell’auto.
Gli elementi indiziari raccolti sono considerati “estremamente significativi” dagli inquirenti. Dalle immagini delle telecamere era infatti emerso come l’indagato in tarda notte aveva riempito di benzina una bottiglia di plastica risultata simile a quella trovata nelle adiacenze dell’auto in fiamme, trovata a poca distanza dal distributore, ad alcuni minuti dal rifornimento.
“La gravità indiziaria degli elementi raccolti ha evidenziato una particolare pericolosità dell’indagato – scrive in una nota il Procuratore di Perugia, Raffaele Cantone – motivo per il quale questa Procura ha chiesto ed ottenuto dal gip di Perugia la misura coercitiva del divieto di avvicinamento alla persona offesa – con obbligo di non avvicinarsi a meno di 200 metri dai luoghi da questa abitualmente frequentati – nonché il divieto di comunicare con quest’ultima con qualsiasi mezzo.”