Giuseppa e Suor Maria Rosaria: una scuola, una missione, una vita cambiata

Prosegue il viaggio nella memoria con “Waldum – Voci da una città che racconta”, il progetto di Sara Bossi, studentessa di Lettere e Civiltà Moderne, nato per riscoprire e condividere le storie più autentiche del territorio.
In questo nuovo episodio viene riportata alla luce la vicenda toccante di Giuseppa Goracci, una bambina degli anni ’30 che, grazie alla determinazione di una figura femminile che a Gualdo Tadino ancora oggi in tanti ricordano, Suor Maria Rosaria dell’Istituto del Bambin Gesù, ha potuto accedere all’istruzione e costruirsi un futuro diverso da quello che il destino sembrava averle riservato. Un racconto di tenacia, affetto e piccoli gesti che cambiano le vite.

EPISODIO 4 – LA BAMBINA CHE GRAZIE ALLA SUORA POTE’ STUDIARE
Giuseppa Goracci nasce il 17 marzo del 1930 da una modesta famiglia di contadini, i quali lavoravano al tempo per la benestante famiglia Guerrieri. Giuseppa aveva due fratelli: Clivio e Giovanni.

L’epoca che stiamo affrontando non ci permette di immaginare un’istruzione equa ed avendo già due figli maschi frequentanti la famiglia di Giuseppa non sentiva il bisogno di mandare anche la “figlia femmina” a scuola, sarebbe stato meglio che lei fosse rimasta a casa a dare una mano nelle faccende domestiche, nel lavoro dei campi ed aiutare la nonna in cucina.

Sarebbe potuta andare così, se non fosse stato per la presenza di una Suora che Gualdo sicuramente ricorda, chi con un occhio più pavido magari, chi con uno sguardo nostalgico.

Suor Maria Rosaria, donna devota, colonna portante e punto di riferimento per l’istituto del Bambin Gesù, si mosse personalmente al fine di abbattere i confini presenti in un’età non pronta ad accettare l’eguaglianza e la possibilità di scelta di un genere ritenuto inferiore e più adatto a svolgere “altre mansioni”.

Suor Maria Rosaria avvertì le forze dell’ordine affinché Giuseppa non rischiasse di perdere l’occasione di costruirsi una cultura ed un’educazione adeguata esattamente come le altre bambine più fortunate di lei, nel senso economico del termine.

È così che Giuseppa inizia le elementari: certo, per lei portare al pascolo le pecore o attendere che la “fiocca” tenesse al caldo le uova per vedere la nascita dei pulcini era più divertente, ma la gratitudine sarebbe arrivata successivamente, frutto di una mente più matura.

Inoltre, Suor Maria Rosaria sapeva bene che i figli dei contadini una volta tornati a casa avrebbero avuto delle mansioni da svolgere e per il timore che i suoi allievi non facessero i compiti a dovere instaurò una sorta di “dopo-scuola”: i pomeriggi, Giuseppa e i suoi compagni, figli dei contadini, sarebbero dovuti restare lì, in quell’aula fatta apposta per loro, con i banchi ed i quadernini aperti ad imparare le poesie a memoria.

E non è forse proprio questo il senso dell’istruzione?

Ad un mondo dove si cerca di omologare una classe e fingere che tutti si trovino sullo stesso piano, lasciando indietro chi non gode di questa fortuna, non si dovrebbe preferire forse un mondo che ti dia la possibilità di trovarti veramente sulla stessa linea di chi nasce già privilegiato?

Suor Maria Rosaria si affeziona a Giuseppa, lei sapeva che le poesie non fossero il suo forte, in generale lo studio, ma questo non era un buon motivo per smettere di provarci.

Quando Giuseppa si ritrovava alla lavagna e non sapeva recitare la sua poesia, Suor Maria Rosaria la teneva lì, alla cattedra con lei e faceva recitare la poesia a tutti e 42 i bambini che facevano parte della sua classe: così Giuseppa, a forza di ascolti, arrivava al suono della campanella che aveva portato a termine il suo compito: ora la poesia la doveva sapere per forza.

La scuola diventava sempre più piacevole, il rapporto con i suoi compagni, il piacere della conoscenza ed anche il dopo scuola tra una sillaba ed una parola.

Grazie a Suor Maria Rosaria, Giuseppa è riuscita a concludere un percorso, una fine che sembrava inarrivabile sancita dal superamento degli esami della quinta elementare.

In questo “episodio” ho deciso di tralasciare il tema del conflitto armato e concentrarmi in temi che affondano le radici più antiche in un contesto che tutti i gualdesi hanno conosciuto e a cui hanno partecipato: l’Istituto del Bambin Gesù, più comunemente chiamato “Le Suore”.

La signora Giuseppa non è l’unica a ricordare con devoto affetto la mitica Suor Maria Rosaria e credo sia giusto e doveroso dedicare uno spazio a lei, che pur non essendo madre ha avuto tanti figli. Figli che la ricordano con affetto, nostalgia e perchè no, a volte anche terrore.

E quindi grazie Giuseppa, grazie a sua figlia Brunella che mi ha contattata e grazie Suor Maria Rosaria, da parte di tutta Gualdo!

Oggi porto Vecchioni perchè prima di essere un artista musicale, è un artista di scuola degno di nota. Sognate ragazzi, sognate!

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Redazione Gualdo News
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