Luciano Recchioni, già delegato sindacale della Fiom-Cgil, torna a farsi portavoce degli ex lavoratori della Merloni e della Indelfab a cinque anni dalla chiusura definitiva dell’azienda e a tre anni dalla fine degli ammortizzatori sociali.
Con un appello diretto alle istituzioni e agli organi competenti, Recchioni chiede che venga finalmente chiusa una delle vertenze industriali più drammatiche degli ultimi decenni tra Umbria e Marche.
“Non per polemizzare, ma per chiudere definitivamente la vertenza ex Merloni e Indelfab – afferma Recchioni – stiamo infatti aspettando che o l’INPS o i curatori terminino di liquidare quanto rimane dello stato passivo in cui l’Indelfab era stata inserita”.
Secondo quanto riferito dall’ex delegato, i fondi per completare i pagamenti ci sarebbero “ma – evidenzia – sembra che la burocrazia, l’indifferenza, la negligenza o non so che altro stiano bloccando tutto”.
Una situazione che riguarda circa 700 lavoratori: “Ci sono 350 persone in Umbria e altrettante nelle Marche che attendono di avere ciò che gli spetta. Chiedo quindi di mettere mano alla pratica e chiudere definitivamente questa brutta vicenda, che con la cessione dell’attività ha messo in seria difficoltà negli anni centinaia di famiglie, un territorio, e in tanti ancora pagano le conseguenze”.
Recchioni tiene anche a sottolineare l’entità delle somme in sospeso, per molti fondamentali nel contesto economico attuale: “Vorrei ricordare che le cifre di cui parliamo vanno da poche centinaia di euro a qualche migliaia per quanto riguarda i lavoratori. Sono certo che dopo questo sollecito gli organi competenti si applicheranno per mettere la parola fine alla vertenza. Oggi, con il costo della vita schizzato alle stelle, avere o non avere 100 euro in più in tasca la differenza la fa, eccome se la fa”, conclude.













