Comunanza: “Le terre sono nostre. No a Rocchetta”

Nadia Monacelli

La Comunanza agraria Appennino gualdese non arretra sulla sua posizione rispetto alle questioni legate al cosiddetto ‘Progetto Rocchetta’, il piano industriale di Rocchetta spa, da 30,5 milioni di euro, approvato da Regione Umbria e Comune di Gualdo Tadino che prevede, tra l’altro, la proroga della concessione all’azienda per lo sfruttamento dell’acqua per ulteriori 25 anni e “un aumento dei prelievi fino a 25 litri al secondo”. Dopo aver presentato ricorso al Tar per bloccare il progetto, la Comunanza  ha voluto chiarire il suo punto di vista e i motivi di tale iniziativa con una conferenza stampa convocata questa mattina a Perugia, nella sede della Regione.

È stata la stessa presidente Nadia Monacelli a illustrare la questione, anche in risposta alle posizioni favorevoli al progetto prese dal sindaco Massimiliano Presciutti, da Confindustria Umbria, sindacati (Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil) e associazioni locali. “In quanto ente istituzionalmente riconosciuto quale proprietario esclusivo delle terre oggetto della concessione – ha esordito Monacelli – abbiamo da tempo provato a illustrare alle istituzioni i nostri dubbi in merito a un piano che riteniamo completamente negativo, che non prevede lo sviluppo del territorio e non tutela gli interessi pubblici e collettivi. Il dialogo è stato però rifiutato e le nostre istanze neanche prese in considerazione, per questo ci siamo visti costretti ad appellarci alla giustizia”. Monacelli è quindi entrata nel merito. “Rocchetta – ha detto la presidente – emunge attualmente circa 12 litri di acqua al secondo mentre, con l’approvazione del piano, il volume verrebbe più che raddoppiato. E questo senza una valutazione di compatibilità ambientale, prevista tra l’altro, dalle norme. Ci domandiamo se tale incremento non vada a incidere in negativo sul bacino idrico e quindi sullo stesso approvvigionamento di acqua per la cittadinanza gualdese e non solo”.

Altro aspetto centrale nella vicenda, il ripristino della valle oggetto di un’alluvione nel 2013. Secondo Monacelli “questo deve essere per Rocchetta una priorità e un dovere, indipendentemente dall’approvazione del piano industriale all’interno del quale è stato invece compreso”.Una legge regionale – ha proseguito – prevede, infatti, che la manutenzione straordinaria spetti proprio al concessionario”.  

Sulla proroga della concessione e le ricadute sul territorio. “Mancano ancora sette anni alla sua scadenza – ha detto Monacelli – e questa è già stata rinnovata e ampliata, oltretutto senza un provvedimento di evidenza pubblica, in contrasto quindi con le normative europee – ha detto Monacelli ripercorrendo anche i motivi che hanno indotto la Comunanza al ricorso al Tar –  Parliamo, poi, di 900 ettari di terreno soggetti a uso civico per cui sarebbe stato bene interpellarci per una valutazione sulla compressione dei diritti della collettività. Riteniamo che la metodologia di concessione della proroga abbia inciso negativamente sul numero di futuri occupati che potrebbero essere, con un rinnovo non automatico, molti di più dei dieci previsti, oltre all’indotto. Per questo non capiamo le critiche dei sindacati”. “Entrando nel dettaglio del piano – ha concluso Monacelli –, dobbiamo constatare il totale sbilanciamento a favore dell’azienda. Tolti gli investimenti strettamente relativi all’incremento e al miglioramento di produzione e distribuzione, rimarrebbero solo i 4 milioni di euro destinati al recupero della valle, lavori che però, ribadiamo, dovrebbero essere realizzati comunque, al di là del progetto”.

 

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Redazione Gualdo News
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