Una sentenza del TAR dell’Umbria dello scorso 24 settembre potrebbe incidere nella gestione dei rifiuti a livello regionale, un dispositivo che nello specifico riguarda Gualdo Tadino.
I magistrati amministrativi hanno infatti depositato in questi giorni una sentenza favorevole a Waldum Tadinum Energia Srl, accogliendo un suo ricorso contro la decisione della Regione Umbria che aveva dichiarato “improcedibile”, poichè incompatibile con il Piano Regionale dei Rifiuti, la richiesta di Autorizzazione Unica Regionale (PAUR) avanzata dalla società per la realizzazione di un termovalorizzatore nel territorio comunale di Gualdo Tadino, in un lotto di terreno a destinazione industriale adiacente alla strada Flaminia.
E’ stato così annullato quanto disposto nel 2022 dal “Servizio energia, ambiente, rifiuti della Direzione regionale governo del territorio, ambiente e protezione civile della Regione Umbria”, secondo il quale la competenza per la localizzazione di questo tipo di impianti rientrava tra quelle dell’Auri (l’Autorità Umbra Rifiuti e Idrico) organismo a cui, sottolineava la Regione, rimane in capo anche l’affidamento dell’incarico di progettazione realizzazione e gestione.
Il Tribunale Amministrativo Regionale, citando normative europee e nazionali, ha invece dato ragione all’azienda la quale sostiene che il provvedimento della Regione era in violazione della libera iniziativa economica e dei principi di concorrenza. Secondo la società, la normativa regionale non conferisce alla Regione il potere di individuare le aree idonee alla realizzazione di impianti, ma solo di escludere quelle non idonee. Inoltre, Waldum Tadinum Energia ha lamentato l’assenza di un esame approfondito della sua proposta da parte della Regione.
Il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto il ricorso della società, affermando che la gestione degli impianti di recupero energetico non è soggetta a monopolio legale, la cosiddetta “privativa”, a differenza della raccolta dei rifiuti. Questo significa che, al contrario di quanto accade per il servizio di raccolta, il recupero energetico può essere svolto da più operatori in regime di libera concorrenza, purché vengano rispettati i requisiti ambientali e le necessarie autorizzazioni.
Anche l’eventuale mancanza di rifiuti prodotti nel territorio rispetto alla capacità dell’impianto, potrebbe essere compensata con l’importazione da altre regioni.
Con la sentenza, il TAR ha annullato la decisione della Regione di archiviare l’istanza di Waldum Tadinum Energia. In pratica, la società ha ora il diritto di vedere esaminata la propria richiesta di PAUR.