San Francesco, convegno a Bagnara di Nocera Umbra: “Siamo un luogo francescano”

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Non far cadere nell’oblio uno dei momenti più importanti della nostra storia”.

È racchiusa nella frase pronunciata dal presidente dell’Università Agraria di Bagnara, Lorenzo Perticoni, il senso del convegno di studioFrancesco d’Assisi – in un loco sopra Nocera chiamato loco de Bagnara”, svoltosi sabato 25 ottobre a Bagnara di Nocera Umbra.

L’organizzazione è stata dell’Università Agraria di Bagnara e della Società dei Condomini, con la collaborazione del Comune di Nocera Umbra e della Sovrintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Umbria.

Il convegno, alla vigilia dell’Ottocentenario francescano, ha raccolto a Nocera alcuni tra i massimi esperti della storia di San Francesco, con l’obiettivo di mettere a fuoco la vocazione francescana del territorio, dove il Santo morente venne a trascorrere gli ultimi giorni di vita. Tra gli ospiti anche la presidente della Regione, Stefania Proietti. A moderare il giornalista Rai Alessandro Gaeta.

San Francesco – ha detto Perticoniè stato più volte a Nocera, anche alla luce del rapporto con San Rinaldo. Facciamo dunque tesoro della nostra storia e valorizziamola”.

Siamo in presenza di un territorio difficile e penalizzato – ha detto il presidente della Società dei Condomini, Gianfranco Buffie per questo dobbiamo lavorare affinché questa contingenza possa essere un’occasione”.

Di “unità di intenti” ha parlato il sindaco Virginio Caparvi in relazione alla valorizzazione del territorio in senso francescano, aggiungendo quanto il territorio sia importante anche dal punto di vista delle acque.

Alessandro Bianchi ha presentato fonti e documentazioni inerenti alla vita di Francesco, comprese quelle nelle quali era possibile ricostruire la storia del Santo di Assisi.

La Soprintendente Laura Bonomi Ponzi ha ripercorso la storia della Grotta dell’Angelo, il luogo dove si trovava il Santuario micaelico che ha accolto San Francesco a Bagnara, come raccontato dalle Fonti francescane.

La presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, ha annunciato che “come Regione Umbria accompagneremo il progetto del Parco del Subasio promosso dai Comuni di Assisi, Spello, Nocera Umbra e Valtopina, valorizzando la Cavalcata di Satriano e il cammino fino alla Romita. Sosterremo la bellissima idea del Comitato nazionale e locale di far rivivere, nei giorni a ridosso del 3 e 4 ottobre, il percorso di Satriano tracciato cento anni fa dal sindaco Arnaldo Fortini, come pellegrinaggio a piedi, con punti fermi storici e di fede. Ma vogliamo che il segno del 2026 non si fermi lì: vogliamo lasciare una traccia duratura attraverso investimenti rigenerativi che facciano vivere il cammino come esperienza di accoglienza, spiritualità e affidamento all’altro.”

Intervento molto atteso quello del vescovo di Benevento, monsignor Felice Accrocca, uno dei massimi esperti della storia di San Francesco. Il presule ha ricordato quanto siano importanti le aree interne: “Non possiamo lasciarle morire, come ho detto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.

Quindi il racconto degli ultimi giorni del Santo e di quanto il corpo, come una reliquia, fosse conteso. “Francesco, nelle memorie, viene raccontato come malato e che, tornando da Cortona, viene a Bagnara passando per Assisi. Gli assisani però erano preoccupati, perché il corpo di quello che potrebbe essere un Santo era una reliquia. Da Assisi lo vengono a riprendere e lo portano nel palazzo del vescovo, circondandolo con le guardie per evitare che potessero prenderlo e portarlo via. Francesco, però, va a morire alla Porziuncola”.

Dal professor Augusto Ciuffetti, insegnante di storia economica all’Università Politecnica delle Marche, un focus sulla gestione dei territori: “Gli abitanti dell’Appennino sono improntati alla pluriattività e grazie alle Comunanze e agli usi civici sono stati in grado di conservare risorse importanti. Il futuro deve ripartire dal senso di comunità e dall’acquisizione di una consapevolezza del patrimonio storico culturale di questi territori. Queste parole sono alla base della sopravvivenza per secoli e secoli: economia sociale. Per far ripartire il territorio, bisogna ripartire dalle comunità locali. Bisogna fare in modo che i paesi diventino luogo di progettazione. C’è bisogno di servizi e di lavoro. Ma c’è bisogno di progettualità che parta dal basso e che parta dalle comunità”.

Conclusioni affidate a Emanuele Paggi, componente del consiglio d’amministrazione dell’Università Agraria, che ha ricordato come “la tutela del territorio e del paesaggio sia un compito fondamentale per chi ha scelto di rimanere in zone difficili, ma dense di opportunità”. 

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Redazione Gualdo News
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