Scossone politico nella Lega a Gualdo Tadino. Con una lettera aperta dai toni netti e inequivocabili, Alessia Raponi, segretaria cittadina del partito, ha annunciato le proprie dimissioni dalla Lega per Salvini Premier, lasciando anche il ruolo di coordinatrice locale.
Insieme a lei si dimette anche l’attuale gruppo dei militanti e sostenitori della Lega di Gualdo Tadino: Maria Cleofe Cardinali, Silvia Marcellini, Gloria Giovagnoli, Paolo Urbani, Luigi Mascia, Sandro Petrini e Giuliano Tomassini.
«Oggi rassegno le dimissioni da militante del mio partito e da segretaria della “Lega per Salvini Premier” della mia città. È tanto, troppo tempo che pensavo di fare questo passo, ma ho sempre rinviato per senso di responsabilità verso chi mi ha votato», scrive Raponi, che nel 2015 venne nominata coordinatrice della Fascia appenninica dal Commissario regionale Stefano Candiani e poi ha ricoperto il ruolo di capogruppo in consiglio comunale nella precedente legislatura. «Non ho voluto creare problemi al partito, dopo che in tanti sono fuoriusciti dallo stesso in momenti che ho ritenuto non opportuni, soprattutto durante, o poco prima, delle campagne elettorali», evidenzia.
Nel suo lungo intervento l’ex segretaria ripercorre i risultati elettorali conseguiti, ricordando l’impegno profuso nelle campagne regionali e amministrative: «Da liberale, ho creduto nei valori della Lega e l’ho servita, portando tanti voti fin dalla mia prima campagna elettorale regionale, per poi quadruplicarli nella seconda campagna regionale; nonché più che raddoppiarli dalla prima alla seconda campagna amministrativa».
Raponi accusa i vertici regionali del partito di gestione personalistica e assenza di visione politica: «Ho ricevuto solo “schiaffi” dai rappresentanti regionali della Lega – scrive – più inclini all’utilitarismo puro che a far crescere personale politico credibile e a sviluppare politiche di largo respiro per la nostra terra e la nostra Regione. E chi di dovere lo sa benissimo».
Denuncia duramente anche quella che ritiene mancanza di meritocrazia all’interno del Carroccio umbro: «Stanca di sopportare mistificazioni della realtà, nel notare che essi preferiscono puntualmente ingraziarsi persone senza meriti particolari, so ormai bene che vengono “promossi” tanti “burattini” i cui fili possono essere mossi a piacimento. Si sono, troppo spesso, scelte e preferite persone senza titoli e privi di particolari percorsi di successo professionale.». E aggiunge: «Anche per questo c’è stato un inevitabile fallimento che è, inequivocabilmente, sotto gli occhi di tutti, con il partito ridotto – numericamente – ai minimi termini e fiaccato nello spirito. Così, il livello della classe politica locale crolla miseramente».
Pur segnando una netta rottura con la dirigenza umbra («ribadisco, dunque e con rinnovata forza, di non ritrovarmi nei pensieri e nelle azioni dei politici leghisti umbri, incapaci, secondo me, di produrre visioni politiche di progresso per la nostra comunità»), Raponi tiene a precisare che la sua lealtà personale resta verso il vertice federale: «Rimarrà verso il Segretario Federale della Lega, verso i Ministri del partito che comunque continuerò a sostenere da semplice cittadina, soprattutto verso il Ministro Giancarlo Giorgetti; Ministro e persona di eccellente spessore politico, professionale ed umano».
Infine, un messaggio a chi rimane nel partito: «Di cuore, auguro il meglio dalla vita a tutti quei leghisti che, come me, hanno lavorato umilmente, con coraggio e fatica ottenendo, in cambio, solo una soddisfazione, che comunque è la più grande: la stima delle persone, il consenso del popolo. Un enorme in bocca al lupo a chi vorrà mettersi in gioco».














