Tagina, riprendono le spedizioni. I sindacati: “Unica possibilità è la vendita”

I tempi sono sempre più stretti e l’unica possibilità di rilancio per la Tagina passa per una sua cessione. Ne sono convinti i lavoratori e i sindacati, che spingono perché questa soluzione si realizzi nel più breve tempo possibile, anche al termine dell’incontro tenutosi ieri negli uffici della Regione.

Dopo il vertice, i lavoratori si sono riuniti per circa tre ore in in assemblea serale insieme ai loro rappresentanti sindacali. A larga maggioranza hanno deciso di mantenere viva l’azienda, consentendo oggi le spedizioni di alcune importanti commesse. Rimane però lo stato di agitazione in attesa di atti concreti.

“Abbiamo constatato la disponibilità da parte della Regione a mettere in campo, ovviamente al verificarsi di determinate condizioni, tutti gli strumenti a favore della ripresa produttiva e quindi dei lavoratori – riporta una nota Filctem Cgil e Femca Cisl  – Con l’ultima legge di bilancio, inoltre, ci dovrebbe essere la possibilità di accedere per un buon periodo ad ulteriori ammortizzatori sociali, utili per la ripresa dell’attività ed il mantenimento dei posti di lavoro”.

“L’azienda ancora oggi ha tutte le caratteristiche per essere rilanciata sul mercato nonostante problemi di carattere finanziario che gli istituti di credito non hanno ritenuto tamponare – proseguono i sindacati – Il nuovo impianto di produzione, la professionalità dei dipendenti e un buon portafoglio clienti sono un grande biglietto da visita dell’azienda che è appetibile a tanti soggetti del settore ceramico italiano e mondiale; il suo marchio è noto come marchio di qualità. Lo ribadiamo ancora una volta – insistono Filctem e Femca –  tutti i tentativi di salvare l’azienda devono essere fatti, a maggior ragione in presenza di un mercato, quale quello ceramico, in forte ripresa, a differenza di quello umbro che sconta ancora le note difficoltà”.

«In Italia per andare in pensione ci vuole la reincarnazione»: sono le parole di un lavoratore di Tagina, licenziato nel mese di dicembre e al quale mancano 2 anni e 6 mesi di contributi per andare in pensione. Oggi, presidio dei lavoratori sotto la sede della Regione Umbria. ??

Pubblicato da Cgil Umbria su Giovedì 25 gennaio 2018

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Redazione Gualdo News
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