Gubbio, al MUAM una mostra a cura dell’architetto Teodori sull’arte del restauro dei maestri Minelli

Verrà inaugurata giovedì 28 marzo, per restare aperta sino al 28 aprile presso il MUAM – Museo Arti e Mestieri di Gubbio, la temporary exhibition “Forme. Design Artigianato – Una storia tra tradizione e innovazione. Minelli Restauratori” a cura dell’architetto Nello Teodori.

  • di Nello Teodori

Le attività artigianali hanno radici antichissime, ma è nel tardo Medioevo e nel Rinascimento che raggiungono il massimo splendore.

A Gubbio dove valenti muratori e scalpellini contribuiscono a delineare i caratteri della città di pietra, l’ebanisteria, la lavorazione della ceramica, del ferro e del tessile sono i settori trainanti di uno sviluppo che, in una economia di scambio di merci pregiate, non più feudale ma aperta, conquistano i mercati entrando in concorrenza con le principali manifatture italiane ed europee. È un efficiente motore di sviluppo culturale ed economico in grado di promuovere e sostenere ambiziosi progetti urbanistici per la città, come la monumentale piazza Grande, alla quale si affiancano capolavori di architettura, scultura e pittura. La città di Gubbio con i suoi spazi, le sue architetture e il ricco patrimonio storico-artistico che la caratterizza, è la testimonianza di un centro che ha conosciuto una stagione di grande sviluppo e progresso.

Con l’emergere della netta distinzione tra arte e artigianato, tra arti minori e arti maggiori, si assiste ad un ridimensionamento della funzione culturale e sociale dell’artigianato. Una tendenza che sembrò aggravarsi nell’Ottocento con la rivoluzione industriale la quale, mettendo al centro della produzione di massa la macchina, sembrò decretare la fine dell’artigianato. In realtà non fu così e l’artigianato non fu mai completamente soppiantato dall’industria. Le qualità artistiche e le peculiarità dell’oggetto fatto a mano, la sua tradizione secolare, l’essere culturalmente ed economicamente espressione distintiva della territorialità anche come diversità, hanno fatto sì che, seppure con una incidenza quantitativa diversa, il settore artigianale sia ancora attivo.

A Gubbio operano ancora realtà significative. Tra queste la Ditta Minelli, un laboratorio di abili artigiani del legno, nota anche per la riproduzione, con un esercizio di alta ebanisteria e abilità nell’intarsio, dello studiolo del Duca di Montefeltro, il cui originale è esposto al Metropolitan Museum di New York e la cui copia è stata ricollocata nel Palazzo Ducale di Gubbio nel luogo da cui era stato prelevato e venduto. Nel laboratorio si percepiscono l’attenzione per la conservazione dei modelli tradizionali e la tutela delle tecniche fattuali, dall’intaglio alle tarsie e al restauro pittorico. Tutto è teso al mantenimento di un alto livello qualitativo che guarda alla tradizione e, allo stesso tempo, al rinnovamento della produzione anche attraverso la collaborazione con progettisti che, in linea con le tendenze del design, propongono nuovi modelli, mediandoli con le tecniche e i linguaggi della tradizione. È un approccio aziendale in cui anche la componente ecologica trova spazi di sperimentazione ad esempio nel mobile naturale, una risposta concreta alla domanda di qualità e di rispetto per l’ambiente nel percorso produttivo, nell’utilizzo e nello smaltimento.

Il titolo della mostra Forme sottintende la presenza di molteplici oggetti dall’aspetto e dal carattere diversificato, tecnicamente e concettualmente. L’esposizione propone uno spaccato delle sofisticate tecniche artigianali applicate al restauro e alla produzione di mobili tradizionali, ma anche di elementi per l’architettura ed esempi di esperienze progettuali e produttive, nati da una nostra collaborazione. Tra questi il mobile Battista e Federico, fulcro dell’esposizione: un armadio da camera neo-rinascimentale, in legno massello di ciliegio, noce e rovere, completo di tavolini e specchi a scomparsa, pensato, idealmente, come componente di arredo della camera dei Duchi di Montefeltro, e Narcisa una specchiera, indifferentemente orizzontale o verticale in legno massello, con doratura a 23 carati su base in gesso.

In mostra anche una grande installazione di sedie in legno dove il messaggio è porre l’attenzione su un oggetto comune e funzionale, sempre uguale e sempre diverso. Un tipico manufatto di ebanisteria tra i più rappresentativi e studiati dal design storico e contemporaneo, che compare in numerose opere di artisti di ogni tempo e che, tanto per fare un esempio, nel 1888 Van Gogh riprodusse in due famose tele: La sedia di Vincent e La sedia di Gauguin conservate alla National Gallery di Londra e al Van Gogh Museum di Amsterdam.

Completa l’impianto scenico della mostra una serie di opere sperimentali, dalla funzionalità improbabile, come il Vagone caffettiera e il Vagone porta tazzine. Oggetti giocattolo in legno massello, da me progettati e realizzati da Marcello Minelli. Alcune ceramiche e una serie di disegni progettuali fanno da corollario ad un allestimento dove convivono oggetti di diversa natura alla ricerca di una possibile armonia.

Un’esposizione che sembra cogliere gli aspetti connotativi e gli obiettivi di un museo, il MUAM, dove le radici della tradizione culturale e produttiva, delle abilità fattuali dell’artigianato artistico e delle qualità di questo territorio possono ancora oggi rappresentare una chiave di sviluppo e un aspetto fortemente connotativo della ricchezza di una terra dalla storia antica.”

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Redazione Gualdo News
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