Non si spegne la polemica sulle case popolari a Gualdo Tadino. Al centro dello scontro politico vi è la questione dei debiti condominiali denunciati dal gruppo consiliare Rifare Gualdo che sarebbero stati accumulati in alcuni alloggi di edilizia residenziale sociale (ERS) e sui quali sarebbe intervenuto il Comune.
A tenere viva la questione è sempre il gruppo di opposizione che torna sull’argomento con un comunicato dai toni duri, accompagnato da nuove richieste di trasparenza.
Le consigliere Simona Vitali, Cinzia Natalini e Chiara Casciani puntano il dito contro il sindaco Massimiliano Presciutti, che aveva definito “infondato” l’allarme lanciato dall’interrogazione consiliare del gruppo, arrivando – secondo le esponenti di opposizione – a “definirci bugiarde“. Ma oggi, ribattono, “gli atti smentiscono lui, non noi. È inaccettabile – dichiarano le consigliere – che il confronto politico venga ridotto a un’arrogante prova di forza personale. Ognuno ha il diritto di assumere le proprie posizioni, ma non è accettabile che a domande legittime si risponda con supponenza e tono sprezzante.”
Presciutti, in un post pubblicato nei giorni scorsi su Facebook, aveva bollato le accuse come “non dimostrabili perché smentite dai fatti, dagli atti e soprattutto dai numeri“, affermando che il Comune non aveva “mai pagato i debiti dei morosi delle case popolari con soldi pubblici, semplicemente perché non si può fare”, invitando il gruppo consiliare di opposizione a verificare meglio i dati prima di parlare: “Magari ogni tanto venite in municipio, i nostri uffici ed i nostri dipendenti sono a vostra disposizione”, aveva chiosato il primo cittadino, annunciando a breve una chiara spiegazione della vicenda insieme ad Ater.
Per “Rifare Gualdo”, invece, la somma effettivamente pagata dal Comune per coprire le morosità condominiali supererebbe i 10 mila euro, ben oltre gli 8 mila euro citati inizialmente dall’assessore al Bilancio in Consiglio Comunale lo scorso 20 marzo. Il gruppo consiliare sottolinea inoltre che l’intervento sarebbe avvenuto “solo dopo che era già avvenuto il distacco delle utenze condominiali”, con conseguenze gravi anche per gli assegnatari in regola, tra cui “anziani, famiglie con bambini e persone con disabilità”.
“Il debito non è sorto all’improvviso”, accusano le consigliere, ravvisando una responsabilità sia del Comune che dell’ATER, enti che, affermano le consigliere Vitali, Natalini e Casciani “avrebbero dovuto vigilare, intervenire prima, applicare i regolamenti”.
Il gruppo ribadisce che la questione non è solo economica, ma di principio: “Chi vive in una casa popolare ha dei doveri verso la comunità, al pari dei diritti che legittimamente gli spettano – riporta la nota – Quando i doveri vengono ignorati e si attinge alle casse pubbliche per coprire i debiti, non si parla di solidarietà, ma di “iniquità”.
Le consigliere precisano anche la loro posizione: “Non accettiamo lezioni di solidarietà da nessuno – scrivono – La vicinanza ai più fragili è da sempre la nostra priorità, ma proprio per questo riteniamo che i benefici pubblici vadano riconosciuti sulla base di criteri oggettivi, trasparenti e verificabili. Non può essere la sensibilità soggettiva dell’amministratore di turno a decidere chi ha diritto a un contributo e chi no.”
Nel comunicato si denuncia inoltre che “alcune famiglie attendono da anni un alloggio, mentre altre lo occupano senza neppure viverci, oppure beneficiano di coperture economiche senza trovarsi in condizioni di reale fragilità. Il Comune deve spiegarci come sia stato possibile arrivare a oltre 10.000 euro di debiti condominiali, tanto da provocare il distacco della corrente negli spazi comuni e il blocco degli ascensori. È giusto che chi paga regolarmente subisca queste conseguenze?”
Per questo il gruppo ha presentato una richiesta formale di accesso agli atti, per ottenere chiarezza sulle somme effettivamente erogate dal Comune, eventuali azioni di recupero intraprese, accertamenti sull’effettiva residenza degli assegnatari morosi, eventuali provvedimenti di decadenza e la natura dettagliata delle morosità.
“Chiediamo trasparenza, rispetto delle regole e attenzione per i più fragili. È questo il senso della nostra azione politica: non fare propaganda, ma pretendere giustizia sociale”, conclude Rifare Gualdo.














