Una ulteriore “spinta” al completamento della ricostruzione del sisma del 1997 e del 1998 è stata decisa dalla Giunta regionale che, su proposta della presidente Catiuscia Marini, ha assegnato ai Comuni interessati quasi dodici milioni di euro per il finanziamento degli interventi di ripristino post sisma degli edifici compresi nelle U.M.I. di fascia “n” dei P.I.R.
Due milioni di euro arriveranno a Gualdo Tadino che, insieme a Nocera Umbra, è il comune dopo Foligno che si è visto assegnare i maggiori fondi. A Gualdo sono interessati 246 U.M.I. e 314 edifici.
Il finanziamento potrà essere utilizzato per il ripristino post sisma di singoli edifici compresi nelle U.M.I. di fascia “n”, ossia prive delle priorità previste in quanto non abitate al momento del sisma, dei soli P.I.R. nel cui ambito territoriale risultano, al 31 dicembre 2015, almeno 15 residenti o almeno 5 attività produttive.
“La fascia “n” – ha spiegato la presidente Marini – non aveva trovato sino ad ora un’organica fonte di finanziamento ma il ripristino degli immobili danneggiati dal sisma compresi in questa fascia ha un’indubbia importanza strategica ai fini della conclusione del processo di ricostruzione se si considera che, attualmente, all’interno dei nuclei oggetto dei 188 P.I.R. approvati dalla Giunta regionale, queste U.M.I. rappresentano, una volta finanziate le fasce prioritarie, gli unici agglomerati immobiliari non riparati. Proprio in virtù dello stato attuale della ricostruzione, decisamente avviata alla conclusione, oggi si concretizzano i presupposti economici per poter programmare il finanziamento, almeno in parte, di tali interventi”.
La Giunta regionale, già nello scorso mese di aprile aveva espressamente destinato al ripristino delle U.M.I. di fascia “n” il finanziamento di euro 11.854.230,77. La limitatezza delle risorse disponibili, a fronte di un fabbisogno economico stimato in circa 360 milioni di euro, rende inattuabile il finanziamento in toto delle U.M.I. e impone la definizione di criteri restrittivi per l’assegnazione dei relativi finanziamenti ai Comuni, per l’individuazione degli immobili interessati dal beneficio in argomento e, infine, per la quantificazione del contributo concedibile”.
L’obiettivo ultimo – scrive la Regione – è quello di “completare il recupero edilizio, architettonico, sociale ed economico dei centri oggetto dei programmi integrati di recupero compatibilmente, come detto, con le attuali disponibilità finanziarie”.
Non sono interessati dal provvedimento gli immobili compresi nelle fasce “n” all’interno dei P.I.R. già riparati o in corso di riparazione a spese del proprietario poiché, dovendo tener conto dell’esiguità delle risorse disponibili, il rimborso delle somme anticipate per lavori già eseguiti o in corso di esecuzione non risulta funzionale al recupero dei centri oggetto dei P.I.R. quanto la realizzazione di nuovi interventi di recupero.
Esclusi dal contributo anche gli interventi relativi ad edifici in cui il proprietario ha ottenuto un contributo per la riparazione dei danni a seguito degli eventi sismici del 1997 e successivi o sono stati dichiarati decaduti dal relativo beneficio.
Saranno privilegiati gli edifici il cui ripristino determini il completamento del P.I.R., poiché consente il recupero completo dell’intera zona interessata dal Programma. Ulteriori criteri per l’individuazione degli immobili interessati dal finanziamento derivano dalla destinazione dell’immobile, abitativa o produttiva, e dalle condizioni particolarmente gravi dell’edificio, anche in relazione allo stato dei luoghi.
Riconosciuta una preferenza ai soggetti che si impegnano a realizzare anche le finiture esterne ed interne dell’edificio, premiando maggiormente le prime allo scopo di assicurare il decoro dell’ambiente urbano, o a trasferire la propria residenza nell’edificio recuperato, entro 60 giorni dalla fine lavori e per un periodo minimo di due anni, o a stipulare un contratto di locazione a canone concordato per tre anni decorrenti dalla data della fine dei lavori.
Entro 45 giorni dalla pubblicazione del presente atto i soggetti interessati potranno proporre la domanda di accesso al contributo. Entro i successivi 45 giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle domande, i Comuni, accerteranno la legittimazione degli istanti ed individueranno i soggetti che possono accedere al contributo.