Che fine ha fatto il “compleanno” di Gualdo Tadino?

Le celebrazioni per ricordare la fondazione della città di Gualdo Tadino (30 aprile 1237) erano iniziate nel 2010, per una iniziativa della Pro Tadino e dell’amministrazione comunale. Negli anni successivi e fino al 2016 questa ricorrenza è stata sempre onorata con concerti, mostre, iniziative, premi, ricordi, coinvolgendo i bambini delle scuole elementari e diverse associazioni del territorio. Quasi sempre il programma ha interessato anche i giorni antecedenti il 30 aprile.

Quest’anno, invece, per il 780esimo anniversario, la ricorrenza è finita nel dimenticatoio. Nessuna celebrazione, nessun ricordo.

Sono pochissime le città che possono vantare una data di fondazione certa. L’ultima riedificazione di Gualdo Tadino è datata 30 aprile 1237, come compare in un atto dell’epoca. Fu infatti in quella data che i gualdesi, dopo l’ennesima distruzione, si rivolsero all’abate di San Benedetto, Epifanio, per ottenere  il permesso di poter costruire su Colle Sant’Angelo, l’attuale città. Lo stesso abate concedeva in enfiteusi perpetua, a Pietro di Alessandro, delegato quale rappresentante o “sindicus” di Gualdo, il colle per edificarvi la nuova città, a patto che i cittadini gualdesi donassero ogni anno all’Abbazia, nella ricorrenza della festa di San  Benedetto, dieci libbre di buona cera, e che tutti coloro che fossero venuti ad abitare in quel luogo, appartenessero alla parrocchiale giurisdizione della Badia.
Successivamente Federico II di Svevia volle il restauro della Rocca Flea e, per proteggere le cittadina dagli attacchi guelfi perugini, nel 1242 la cinse di possenti mura, la dotò di quattro porte di accesso (San Benedetto, San Donato, San Martino e San Facondino) e di diciassette torri di difesa.

 

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Redazione Gualdo News
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